UNO DEI POCHISSIMI DECORATI AL VALOR MILITARE SALUTA L’UNIFORME DOPO UNA VITA AL SERVIZIO DEL PAESE: “L’ARMA MI HA DATO TANTISSIMO, AVRO’ NOSTALGIA DELLA CASERMA E DEI MIEI COLLEGHI”
di Enrico Fedocci
Una vaga somiglianza con Paolo Conte, il tratto sobrio, un mezzo sorriso imbarazzato costantemente sul suo viso e una signorilità rara, accompagnata dalla competenza, dalla professionalità, dal buon cuore, ma soprattutto dal coraggio. Il colonnello Paolo Rota Gelpi ha lasciato l’Arma dei carabinieri dopo 42 anni di carriera. Il saluto alla presenza dei colleghi, dei superiori, della stampa in una sala della Legione Carabinieri Lombardia. Sciarpa, sciabola, in uniforme, accanto a sè la moglie Graziella e la figlia Lara. Continua a leggere







Cosa sta accadendo ai vertici di viale Romania? Tutto è cominciato qualche giorno fa: un breve incontro tra i due generali, poi la comunicazione. Ed è così che di ritorno dalla Capitale l’ufficiale si sente male ed entra in malattia: dieci giorni, rientro in servizio, quindi una nuova convalescenza. Giuliani, 63 anni appena compiuti, bolognese, è una persona seria, leale, stimata a tutti i livelli: per anni comandante dei carabinieri della Presidenza della Repubblica, poi alla Legione Piemonte, quindi direttore della Scuola Forze di Polizia. Era necessario questo trasferimento, dopo appena un anno di comando? In molti ci vedono qualcosa di strano. In effetti, i suoi cinque predecessori in quell’incarico hanno fatto le valigie per Roma solo per salire al vertice dell’Arma: Luciano Gottardo e Gianfrancesco Siazzu sono entrambi diventati comandanti dell’Arma; Giorgio Piccirillo, Carlo Gualdi e Antonio Girone hanno lasciato Milano per diventare vicecomandanti della Benemerita. 