La passione per il biliardo ha tradito Gustavo Nocella, re del narcotraffico. Catturato in Colombia seguendo la ditta che gliene consegnava uno con panno rosso

Ad incastrarlo è stata proprio la sua passione per il biliardo. Era ricercato da anni, ma all’interno dei suoi covi non poteva mancare il tavolo verde, che, però, – nel suo caso – aveva un inconsueto panno rosso. Ed è stato proprio seguendo gli spedizionieri di una ditta di biliardi che gli agenti della polizia nazionale colombiana sono arrivati a lui, Gustavo Nocella, boss della camorra, nel nuovo covo a Medellin, capitale di Antioquia, provincia montuosa della Colombia.L’uomo, considerato il re del traffico di droga, è stato trovato nella sua nuova casa, presa in affitto da poco, nell’ esclusivo quartiere… Continua a leggere


Armati di coltello rapinano 2 ragazzi in discoteca,denunciati

Hanno creato il panico in una discoteca di via Ostiense a Roma, ma i tre giovanissimi sono stati denunciati dai carabinieri per rapina aggravata. Tutto è nato quando due ragazzi italiani, di 17 e 19 anni hanno denunciato che, mentre stavano trascorrendo una serata in una discoteca in via Ostiense, sono stati avvicinati e aggrediti da un gruppetto di tre persone che dietro minaccia di un coltello gli hanno strappato le collane in oro. Sul posto i carabinieri del Nucleo Radiomobile che hanno raccolto le prime descrizioni degli autori e si sono attivati per le ricerche. Poco dopo, grazie alle… Continua a leggere


Le vecchie BR ancora alla sbarra per l’omicidio di un carabiniere nel 1975

Gli anni di piombo ritornano in un’aula del tribunale di Torino. A settembre si aprirà l’udienza preliminare per quattro ex brigatisti rossi che tenteranno di opporsi alla richiesta di rinvio a giudizio mossa dalla Direzione distrettuale antimafia per l’omicidio di un appuntato dei carabinieri, Giovanni D’Alfonso, ucciso nel corso di uno scontro a fuoco il 5 giugno 1975 alla Cascina Spiotta, nell’Alessandrino. Gli imputati sono i capi storici Renato Curcio (83 anni) e Mario Moretti (78) con gli ex militanti Pierluigi Zuffada (71) e Lauro Azzolini (81). Quest’ultimo, secondo gli inquirenti, sarebbe il misterioso brigatista presente durante la sparatoria ma… Continua a leggere


I SOLDI DEL “NO VAX” AGLI ORFANI DEI CARABINIERI MORTI PER COVID

(di Enrico Fedocci) Chi sbaglia è giusto che paghi. Alla vigilia della sentenza a carico di chi mi prese di mira durante i cortei no vax e finito alla sbarra grazie alle indagini dei carabinieri del Nucleo Informativo di Milano guidati dal Ten Col Emanuele Leuzzi e coordinati dal pool antiterrorismo della Procura di Milano del dottor Alberto Nobili, oggi uno di loro per ottenere la messa alla prova mi ha dovuto risarcire il danno. Denaro che ho voluto fosse devoluto agli orfani dell’Arma dei Carabinieri, anche quei ragazzi figli di militari morti a causa del Covid. Spero che questo… Continua a leggere


ADDIO, CARLOTTA, CRONISTA DAGLI OCCHI INTELLIGENTI E CON IL CUORE BUONO

(di Enrico Fedocci)Io e Carlotta Dessì non eravamo amici di vecchia data. Ci eravamo incrociati in tante trasferte, tanti casi di cronaca. Ma, nonostante il poco tempo passato insieme lontani dal lavoro, io la stimavo profondamente. Qualche volta in redazione ci si incrociava in ascensore e sempre si chiacchierava qualche minuto quando andavo all’8º piano. Tornando dalla segreteria, se ci si vedeva, passavamo un po’ di tempo a chiacchierare davanti all’ascensore. E fu proprio una di quelle volte che salutai Mario Giordano mentre usciva dall’ascensore… “Ciao, Fedoccino…” disse trafelato e sempre di corsa, camminando e guardando all’indietro con un sorriso… Continua a leggere


I carabinieri arrestano il boss della mafia del Gargano. Era evaso con le lenzuola annodate

Era stato protagonista di una clamorosa evasione messa in atto quasi un anno fa nel più tradizionale dei modi: calandosi dal muro di cinta del carcere di massima sicurezza di nuoro con le lenzuola annodate. E’ stato arrestato dopo 11 mesi di latitanza il boss Marco Raduano, considerato il capo della mafia garganica. Il 40enne, già condannato per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, è stato individuato dai carabinieri del Ros con il supporto della Gendarmerie Francais,  a Bastià, in Corsica . Aveva suscitato  la facilità con cui era riuscito ad eludere le misure… Continua a leggere


Quella volta che intervistai Tia Sangermano ed ebbi paura che si suicidasse come Giovanna Pedretti a causa del massacro social

Tia Sangermano e Giovanna Pedretti

di Enrico Fedocci

GLI INFLUENCER CHE SCIMMIOTTANO I GIORNALISTI SONO I NUOVI GLADIATORI DEL COLOSSEO CHE FORNISCONO AGLI HATER LA VITTIMA SACRIFICALE DEL GIORNO, CERCANDO TRA I PERSONAGGI PIU’ DIVISIVI SUL WEB  –

La drammatica vicenda di Giovanna Pedretti induce ad una serie di riflessioni sulle cause e gli effetti; sul ruolo dei media; sui social e i cosiddetti influencer che ormai, da chi naviga, sono considerati più autorevoli dei media tradizionali. Innanzitutto il primo pensiero va alla famiglia di Giovanna Pedretti, a sua figlia, al compagno di una vita, suo marito Nello.

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DOPO L’ODIO SOCIAL SI E’ SUICIDATA LA RISTORATRICE DI LODI CHE DIFESE GAY E DISABILI IN UN POST FORSE SCRITTO DA UN CLIENTE

Prima l’esaltazione sui giornali e tg che l’avevano quasi resa un’eroina per avere difeso gay e disabili davanti ad cliente che li aveva attaccati, poi i dubbi sollevati dai social, quindi le critiche, ma anche le insinuazioni per una recensione comparsa sul sito del suo locale che qualcuno aveva bollato come fake, forse frutto di un maldestro tentativo per fare pubblicità alla pizzeria di cui era proprietaria con il marito a Sant’Angelo Lodigiano.

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L’AUTOPSIA RIVELA: VANESSA UCCISA CON OTTO COLTELLATE. ERA INCINTA DI 9 SETTIMANE

Sono state otto coltellate, tutte al torace, una delle quali al cuore, a uccidere Vanessa Ballan, secondo i risultati dell’autopsia eseguita oggi. Il coltello con cui è stata colpita la 27enne di Treviso, incinta di 9 settimane, ha una lama di venti centimetri. In carcere, dopo la convalida del fermo, resta un uomo di nazionalità kosovara, Bujar Fandaj, 41 anni, con il quale la vittima aveva avuto una relazione di due anni conclusasi l’estate scorsa.

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Turetta, 22esimo compleanno in carcere

Chi lo ha incontrato per i corridoi del carcere racconta che cammina con lo sguardo basso, come se si vergognasse. Filippo Turetta, nel giorno del suo 22esimo compleanno, probabilmente starà facendo i conti con la sua nuova vita da carcerato. Quello che per 21 anni è stato un giorno di festa oggi è stato semplicemente il 29° giorno dietro le sbarre – il 23° nel carcere di Verona – uno dei tanti che forse dovrà passare in cella in attesa che il processo faccia chiarezza su ciò che è avvenuto lo scorso 11 novembre, quando ha ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin per poi fuggire in Germania dove è stato arrestato dalla polizia tedesca, sfinito e senza soldi, con ancora le mani sporche di sangue, all’interno della sua auto.Quella stessa auto ora a disposizione dei Ris di Parma per capire se Giulia sia stata proprio uccisa mentre era all’interno dell’abitacolo.
Turetta non è ancora passato nel settore in cui sono gli altri detenuti, poichè, dopo essere stato nel reparto psichiatrico dove era guardato a vista per il timore che si suicidasse, i responsabili della casa circandariale veronese di Montorio e i medici hanno deciso di tenerlo qualche giono nelle stanze dell’infermeria dove condivide la camera con un uomo di 60 anni condannato per reati finanziari. In quel reparto il giovane può leggere, giocare ai videogame, proprio come gli altri detenuti. Ma pare che voglia di socializzare non ne abbia, a tal punto che – sempre secondo quanto trapela – eviterebbe contatti con gli altri, in attesa della seconda visita dei genitori

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