Cinque bellissime ventenni che si prostituivano in casa, in albergo, ma anche a domicilio. Cinque ragazze che, a testa, guadagnavano almeno 6mila euro a settimana. Tre romeni sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Milano per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. La banda aveva reclutato le giovani modelle in Romania, poi, una volta portate in Italia, aveva assegnato ad ognuna di loro un appartamento accogliente e ben arredato nella zona di via Nino Bixio.
Escort di lusso che, oltre ad avere le loro foto nude su siti di annunci, dovevano curare il fisico, andare in palestra e che, anche durante una semplice corsa al parco, erano costrette a cercare clienti, ammiccando agli uomini che si andavano ad allenare.
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Uccisa con una sciarpa da un conoscente Dalla polizia trovate tracce dell’assassino
Dodici colpi di pistola sul rivale in amore, delitto passionale in provincia di Latina
Doveva essere un incontro chiarificatore, invece lo ha ucciso scaricandogli addosso 12 colpi di pistola. Tutto per una donna che la vittima non voleva che l’assassino frequentasse e per la quale l’aveva più volte minacciato. Così ha raccontato Mirko Pascale, 23 anni, che ha sparato a bruciapelo a Fiore Pandolfo, 31 anni, nel piccolo centro di Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina.
L’omicida si è poi costituito ai carabinieri di Formia, commilitoni del padre, un brigadiere in congedo. Ha detto di aver agito per paura di quell’uomo che lo perseguitava e ha consegnato la pistola, che deteneva regolarmente. Pascale, originario di Casal di Principe (Caserta), ma residente a Castelforte, un altro paese pontino, è ora in carcere nel capoluogo, accusato di omicidio volontario. La sua versione dei fatti, a cui non sembra che abbiano assistito testimoni, è al vaglio della procura di Latina.
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Era la sua prima notte d’amore con un trans Prima ci ripensa, poi lo accoltella e scappa
Era la sua prima volta, ma quando si è trovato davanti al trans con cui aveva deciso di avere una trasgressiva notte di sesso deve averci ripensato. Ha chiesto i soldi indietro, ma davanti al no deciso del transessuale gli ha sferrato due coltellate, una all’addome e l’altra all’altezza dell’ascella.
“No, propnio, no… le attrezzature sado sono troppo anche per me” deve aver riflettuto dopo essere entrato nell’abitazione dell’uomo. Tutti quegli arnesi, fruste, maschere appesi un po’ ovunque devono averlo spaventato a morte e allora, prima ha cercato di riavere il denaro con cui aveva pagato la prestazione, poi ne è nata una colluttazione e l’accoltellamento che ha ferito gravemente il brasiliano. Siamo a Roma, zona Eur.
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Legati e imbavagliati durante una cena in villa Rapinatori assaltano e derubano gli invitati
Sono entrati in casa, hanno preso in ostaggio il proprietario e un domestico oltre a dodici ospiti che erano nella villa per una cena tra amici. Mezz’ora in mano a quattro banditi dell’Est armati di bastoni e una pistola. Criminali disposti a tutto pur di fuggire con il bottino. A tal punto da picchiare selvaggiamente il padrone di casa mandandolo all’ospedale.
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Era in comunità, ma rapinava prostitute Arrestato il terrore delle “belle di notte”
Era stato mandato in comunità di recupero, invece, di nascosto, usciva ed andava a rapinare le prostitute. Un 29enne di Milano è stato arrestato dalla polizia stradale di Cremaa Sant’Angelo Lodigiano. La tecnica era semplice: l’uomo si appartava con una squillo, poi, all’improvviso, un complice sbucava dal sedile di dietro e puntava il coltello alla gola delle ragazze.
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Rapinatore impacciato si ispira a Woody Allen Arrestato dopo pochi minuti dalla polizia
Aveva probabilmente rivisto da poco il film “Prendi i soldi e scappa” di Woody Allen lo sgangherato malvivente che ha tentato una rapina in banca ‘armato’ solo di un foglietto con una frase minacciosa che ha presentato al cassiere. L’uomo è stato respinto malamente dagli impiegati e poco dopo arrestato dalla polizia. E’ accaduto a Venezia. L’uomo, un 42enne, è entrato in una filiale della Carive puntando alla cassa: ha chiesto prima delle informazioni, poi ha passato all’impiegato un foglio con su scritto’ ”dammi tutto il contante che hai in cassa; ho una pistola nella tasca, non fare scherzi. Obbedisci”.
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I carabinieri arrestano altri 3 carabinieri: indagavano per spiare mogli e fidanzate
Carabinieri arrestati dai loro colleghi. L’accusa, quella di utilizzare i sistemi di indagine digitali (banche dati di polizia e terminali collegati a operatori telefonici) per questioni private e per vendere le informazioni ad alcune agenzie di investigazione: 75 euro per una consultazione del terminale SDI, 1000 per i tabulati telefonici. E’ accaduto a Mogoro, in Sardegna, dove in carcere sono finiti il comandante della Compagnia, il capitano Renè Biancheri e due marescialli, Giuseppe Canu e Mario Arno. A mettere le manette ai polsi dei tre militari “infedeli” gli uomini del Comando Provinciale carabinieri di Oristano. L’accusa: peculato, truffa, corruzione e falso. In carcere anche il titolare di una delle agenzie coinvolte, Gianmarco Fadda. Per lui e per altri detective privati, l’accusa è di corruzione.
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Violenta una donna che porta a casa il figlio Poi mentre fugge cerca di rapire una bimba
Aveva bevuto e anche parecchio. Così, quando ha incontrato quelle due mamme che riportavano i figli a casa dopo l’asilo non ha esitato un attimo. Le ha seguite, poi ha aggredito una di loro sulla porta di casa. Palpeggiamenti pesanti nelle parti intime, un tentativo di violenza sessuale che la donna ha respinto chiudendosi in casa con il figlio.
E’ accaduto a Locate Triulzi, nel Milanese. Ma la violenza non è finita qui: i bambini gridavano, l’uomo, un ecuadoriano, batteva i bugni sulla porta urlando. Poi, quando ha capito che i vicini avevano chiamato i carabinieri è fuggito.
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Roma, uomo trovato morto carbonizzato Ucciso a colpi di pistola e dato alle fiamme
Giustiziato con quattro colpi di pistola e poi bruciato. E’ morto così l’uomo ritrovato carbonizzato in una buca in aperta campagna nella zona del Divino Amore. L’ autopsia ha chiarito almeno la modalità deldelitto: quattro colpi di pistola per finire l’uomo poi il fuoco per cancellare ogni possibile traccia.
Dall’esame autoptico è emerso anche che si tratterebbe di un uomo di carnagione chiara e questo potrebbe far tramontare l’ipotesi che il cadavere poteva essere in qualche modo collegato con la rapina di Torpignattara nella quale morirono un cittadino cinese e la figlia di 9 mesi.
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