Indagò su Tangentopoli e sui traffici di droga Il col. Bolognani lascia il Nucleo Investigativo

SOTTO IL SUO COMANDO SVELATI GIALLI LEGATI AD OMICIDI EFFERATI
IL RICORDO DEI MAGISTRATI: “UN PROFESSIONISTA SERIO E PREPARATO”

Il colonnello Antonino Bolognani durante una intervista

Di lui i suoi carabinieri parlano come di una persona perbene. Lo descrivono come un grande ufficiale, un investigatore sopraffino, una persona intelligente, equilibrata, sempre pronta ad ascoltare e vicina ai problemi dei suoi collaboratori.
Ha indagato sui principali fatti di cronaca degli ultimi 20 anni e ora si occuperà di sicurezza industriale. Dopo sette anni, il colonnello Antonino Bolognani lascia il Comando del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano  per ricoprire il ruolo di Comandante del Nucleo di Sicurezza Industriale. Nel 1992, ancora capitano, fu anche lui – assieme al capitano Roberto Zuliani e agli uomini della prima sezione del Nucleo Investigativo di Milano – a svelare il malaffare tra politica e imprenditoria, poi ribattezzato con il nome di “Tangentopoli”, affiancando magistrati del calibro di Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo,  Alberto Nobili, Armando Spataro e Francesco Saverio Borrelli.

Il Procuratore Capo, Francesco Saverio Borrelli, ringrazia l’allora capitano Antonino Bolognani per il lavoro svolto su Tangentopoli. Accanto a Bolognani, il maresciallo Giuseppe Nicastro, suo braccio destro

Dopo la parentesi milanese fu destinato dal Comando Generale dell’Arma in Sicilia, a Siracusa, per combattere la mafia. Grazie alle sue indagini, tra il 1995 e il 1999, furono arrestati vari affiliati alla Cosca Santapaola. Nel 2005 il ritorno a Milano dove gli fu affidato il Comando del Nucleo Investigativo.

E lì il colonnello ha piazzato numerosi colpi, come l’operazione White, l’operazione Dado – ne citiamo solo alcune – che portarono allo smantellamento di importanti traffici di droga tra il Sud America e il capoluogo lombardo e all’arresto di centinaia di criminali, poi condannati.

Il colonnello Antonino Bolognani assieme al colonnello Paolo Ferrarese durante una conferenza stampa

Anche sul fronte dei delitti, a lui il merito di avere risolto, assieme ai suoi uomini, il mistero dell’omicidio del ginecologo Marzio Colturani, ucciso durante una rapina in casa: in manette finirono la badante moldava della vittima e alcuni suoi connazionali.

A pochi giorni dal fatto, nell’aprile del 2007, assicurò alla giustizia due cinesi che nella zona di via Paolo Sarpi a Milano uccisero in un agguato due connazionali, nell’ambito di una lotta tra bande cinesi.

Ma anche in Procura, oltre che in caserma, Bolognani ha lasciato un buon ricordo ai magistrati con cui ha lavorato.
Il dottor Alberto Nobili, Procuratore Aggiunto – che assieme a Bolognani ha seguito numerose inchieste legate al contrasto della criminalità organizzata – parla di lui definendolo un professionista serio e preparato, nonchè un vero gentiluomo. Una persona alla quale non possiamo non dire grazie per tutto ciò che ha fatto nel periodo in cui ha lavorato al Nucleo Investigativo”.
Dello stesso avviso un altro magistrato in prima linea nella battaglia per la legalità, il dottor Armando Spataro: “Ho lavorato per molti anni con il colonnello Bolognani e ne ho sempre apprezzato le qualità professionali ed umane. Un esempio di capacità investigativa e di collaborazione con l’Autorità Giudiziaria, unite al rispetto per le reciproche competenze”

Bolognani, laureato in giurisprudenza, è sposato con due figli. Ha frequentato la scuola militare Nunziatella e l’Accademia militare di Modena. In ambito internazionale ha partecipato alle missioni in Bosnia e Albania.
Enrico Fedocci

Inseguimento alla Blues Brothers a Verona Nomadi seminano il panico tra i passanti

inseguimento

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Hanno svaligiato un negozio di animali, portando via l’incasso. Poi, a bordo del loro furgone,  sono fuggiti, ma sono stati notati da un agente della polizia locale fuori servizio che li ha seguiti avvisando i carabinieri di Verona. I tre, non hanno esitato, però, a scappare prima in tangenziale, poi per le strade della città, seminando il panico tra passanti ed automobilisti. Dopo un inseguimento durato a lungo i militari dell’Arma sono riusciti a bloccarli in un parco dove i criminali si erano infilati a folle velocità, terrorizzando bambini e genitori che passavano ore di svago. Un inseguimento rocambolesco stile Blues Brothers, che solo per un caso non ha provocato vittime. Una volta finiti contro un lampione i tre hanno cercato la fuga a piedi ma la zona era stata circondata dai carabinieri che li hanno arrestati.

Gli uomini del capitano Pasquale D’Antonio ora stanno cercando di capire che cosa abbia spinto i malviventi a una reazione così scomposta ed irresponsabile, una fuga non proporzionata al reato appena commesso.

Ragazza incinta viene lasciata dal fidanzato Lei si vendica facendolo sfigurare con l’acido

IL GIOVANE ORA E’ IN PERICOLO DI VITA, FERMATO UN ULTRA’ DEL BRESCIA

Elena Perotti, la donna sedotta e abbandonata

L’ha lasciata perché era incinta e lei si è vendicata facendolo sequestrare, picchiare con un bastone e torturare con dell’acido muriatico che gli è stato versato addosso, dopo averlo incappucciato. William Pezzulo, un 26enne di Travagliato, un centro in provincia di Brescia vicino al Lago di Iseo, è ricoverato nel reparto rianimazione dell’ ospedale del capoluogo bresciano in condizioni gravissime e lotta per la vita. Il giovane, un barista, è stato seguito e poi, sotto casa di un’amica è stato bloccato ed è caduto nella trappola.

Il capitano Egidio Lardo, comandante della Compagnia Carabinieri di Chiari

L’ex fidanzata, Elena Perotti, una 23enne di Travagliato, ha chiesto aiuto ad un amico, Dario Bartelli, un uomo di 43 anni di Gussago, ultrà del Brescia, che ha messo in atto la vendetta e che ora è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Chiari,  guidati dal capitano Egidio Lardo.
L’uomo, in carcere in attesa della convalida del fermo è accusato di lesioni personali gravissime, mentre la giovane mandante dell’atto criminale a causa della gravidanza  è in stato di fermo in una comunità protetta, solo perché dovrebbe partorire a giorni.

La vittima è ricoverata in rianimazione e lotta per la vita. E’ molto probabile che abbia perso la vistaa causa dell’acido che gli ha compromesso i bulbi oculari.  Un occhio è perso, dall’altro non riesce a vedere.  La quantità di acido era tale che la pelle è stata sciolta dal liquido, mostrando le ossa in testa e sul corpo. L’indagine è affidata al pm Carlo Pappalardo.

Dario Bartelli, l’aggressore

Enrico Fedocci

Storia di Peter, un immigrato coraggioso Sventa furto, arresta il ladro e chiama il 112

L’UOMO ELOGIATO DAI CARABINIERI DI MONDRAGONE:
UN GRANDE ESEMPIO PER TUTTI NELLE TERRE DI GOMORRA

Peter Andani, l’immigrato coraggioso

Peter è un ragazzo nato in Togo nel 1972, è cresciuto in Ghana, abita a Castel Volturno,  da circa 10 anni, in una casa tenuta benissimo e curata dalla moglie, una splendida ragazza ghanese. Peter racconta che la moglie è molto severa perché lui sta poco a casa con lei, in quanto preso da mille impegni.
Peter è un ragazzo molto impegnato: è muratore regolarmente a contratto, è un marito responsabile, ma anche portavoce della Moschea di Castel Volturno e Responsabile della Comunità Ghanese per i rapporti con le autorità italiane. La storia di Peter è comune un po’ a quella di molti ragazzi venuti dal centro africa per lavorare in queste terre dell’agro domiziano, per lavorare e guadagnare qualche euro per mangiare, per vestirsi, per mandare a casa, ai propri cari lasciati laggiù, un po’ di soldi, non per mangiare o per vestirsi ma per vivere. Continua a leggere

Ladri d’appartamento in trasferta a Sanremo Carabinieri li catturano e recuperano merce

La refurtiva recuperata a Sanremo

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(Due carabinieri mostrano la refurtiva)

Il capitano Gerardina Corona

Avevano preso di mira gli appartamenti della zona di Sanremo. Decine di colpi andati a buon fine, svariate centinaia di migliaia di euro il bottino, ma mentre stavano per fuggire i carabinieri della stazione di Sanremo, agli ordini del Luogotenente Antonio Piras sono riusciti a fermarli prima che i criminali riuscissero a scappare in Ucraina dove avevano la base operativa. A bordo dei furgoni, la merce rubata: argenti, preziosi, quadri, fucili da caccia, biciclette da corsa. In manette sono finite 3 persone, di origine ucraina, che ora sono in carcere dopo essere stati processati per direttissima. Continua a leggere

Fano, uccide la moglie davanti alle figlie Albanese fugge poi si consegna alla polizia

Il palazzo in cui è avvenuto il delitto (foto FanoTV)

Ha ucciso la moglie per gelosia, davanti alle figlie, poi è fuggito e dopo qualche ora si è costituito. E’ accaduto a Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, nel quartiere Flaminio dove la coppia, due albanesi, viveva da tempo. L’uomo sospettava che la moglie avesse relazioni clandestine. dopo L’ennesimo litigio, il 40enne ha impugnato un coltello preso da un cassetto della cucina, poi ha raggiunto la moglie in camera da letto e l’ha colpita con due fendenti all’addome. Continua a leggere