Sotto l’effetto di droga non riesce a tacere Spacciatore confessa mentre lo arrestano

LA SOSTANZA GLI AVEVA FATTO ALLENTARE I FRENI INIBITORI  
Quando l’hanno fermato si era appena drogato. Aveva ingerito da poco alcune gocce di Gbl, uno stupefacente meglio conosciuto come la droga dello stupro, una sostanza che allenta i freni inibitori. E così il giovane alle domande degli uomini della Guardia di Finanza non è proprio riuscito a resistere e ha risposto, fornendo particolari dettagliatissimi sul traffico di droga di cui solo lui era a conoscenza: complici, basi operative, sistema di vendita. Le Fiamme Gialle, quindi, da un semplice arresto per detenzione di stupefacente sono riusciti a scardinare un’organizzazione criminale che forniva sballo a migliaia di persone.

Infatti, il Gbl è spesso usato da persone senza scrupoli che vogliono stordire vittime inconsapevoli, soprattutto donne, ma viene utilizzato anche per perdere la dimensione del tempo, dello spazio.

Il colonnello Massimo Manucci durante la conferenza stampa

22 persone sono state arrestate dagli uomini del colonnello Massimo Manucci, comandante del Gruppo di Pronto Impiego del Comando Provinciale di Milano. 57mila le dosi sequestrate per un valore commerciale pari a 600mila euro.
La sostanza, insapore e inodore, veniva smerciata attraverso internet e una sola bottiglia conteneva 1440 dosi.
A differenza di altre droghe sintetiche come l’Ecstasy che causano eccitazione, il Gbl addormenta il sistema nervoso provocando disturbi della memoria. E proprio questa caratteristica la rende molto richiesta. Si adocchia la preda, le si offre un drink in cui è stata già versata la droga e poi si abusa della vittima. Tre ore di black out dopo le quali la donna stuprata non ricorda assolutamente nulla. L’allarme per questa nuova sostanza è stato lanciato ad aprile scorso dall’osservatorio europeo sulle droghe. Ma il contrasto da parte delle forze dell’ordine non è semplice, proprio perché il traffico avviene quasi totalmente via internet. Da parte degli uomini della Guardia di Finanza un colpo di fortuna che gli investigatori del Gruppo di Pronto Impiego hanno saputo valorizzare con grandi risultati investigativi. 
Enrico Fedocci   GUARDA IL SERVIZIO TG

Rapine, incendi e atti di sadismo su animali Carabinieri di Trapani arrestano 4 uomini

Una scena del film “Arancia meccanica”

Fecero irruzione in una casa per compiere una rapina. Erano armati e mascherati con passamontagna e una maschera di Topolino. In quattro immobilizzarono il proprietario dell’abitazione e frugarono, alla presenza di una donna e di una bambina di 10 anni terrorizzate, nei mobili alla ricerca dei soldi della pensione di invalidità riscossa. Una scena che sembra tratta dal film ‘Arancia meccanica’ ma che non è frutto della fantasia del regista. E’ proprio quanto accaduto in via Mascagni a Trapani il 4 aprile scorso. I carabinieri hanno arrestato Giuseppe Cusenza, 30 anni, Salvatore e Davide Mannone entrambi di 29 anni e Vito La Torre, 38 anni trapanesi. Sono tutti accusati di rapina aggravata, lesioni personali, violazione di domicilio. Le armi poi risultate giocattolo e i passamontagna sono stati trovati dai militari nell’ autoclave del complesso edilizio dove abitano i due Mannone.

Gli indagati sono sospettati anche di essere gli autori di altre rapine tra le quali quella in una farmacia in viale Emilia Romagna compiuta il 2 marzo. In quell’occasione i banditi dopo aver staccato il contatore dell’energia elettrica, aggredirono il titolare facendolo cadere a terra e procurandogli lesioni per poi fuggire con un bottino di soli 30 euro. I quattro sono infine ritenuti dagli investigatori responsabili di avere incendiato il 10 marzo un’auto Citroen Picasso. E di avere ucciso un cane annegandolo nella cisterna d’acqua di un condominio.

Si affaccia alla finestra dell’albergo e spara Carabinieri di Sanremo evitano una strage

L’uomo arrestato dai carabinieri di Sanremo

Si è affacciato al balcone del suo albergo e ha cominciato a sparare all’impazzata contro un’auto ferma ad un semaforo. E’ accaduto ad Arma di Taggia, in provincia di Imperia. A bordo della macchina due fidanzati che solo per un miracolo non sono stati colpiti dai proiettili che hanno perforato la carrozzeria della vettura. Un uomo 43enne di origine francese, residente a Aix en Provence, è stato arrestato dai carabinieri, in provincia di Imperia. I militari di Arma di Taggia, con l’ausilio di una pattuglia della Compagnia di Sanremo, sono arrivati dopo pochi minuti, trovando l’uomo ancora affacciato al balcone dell’albergo, pronto a sparare nuovamente sulla folla.

La zona è stata messa in sicurezza per evitare che i passanti potessero essere usati come bersaglio dal folle, poi gli uomini coordinati dal capitano Gerardina Corona, comandante della Compagnia, sono intervenuti facendo irruzione all’interno della camera d’albergo in cui sono state trovate numerose cartucce che l’uomo aveva preparato per continuare a sparare.

Un carabiniere mostra la pistola sequestrata

L’uomo è stato bloccato in tempo, prima che potesse compiere una strage. Durante l’interrogatorio si è difeso dicendo che era depresso per una crisi coniugale.

Ha sostenuto di essere in stato confusionale perché nessuno lo aiutava ad uscire da un periodo difficile.  E quindi ha pensato di sparare a caso sulla folla. Nella stanza sono state trovate numerose scatole di antidepressivi e Cialis. Ora è stato arrestato e portato nel carcere di Sanremo. L’arma, un revolver marca Kimar, calibro 12 era detenuta illegalmente. L’accusa per lui è di tentato omicidio e porto illegale d’arma da fuoco.

Enrico Fedocci

Ambulante ucciso per errore da un proiettile Lite tra rom e drogati finisce in tragedia

Ucciso per sbaglio, raggiunto forse da un colpo di rimbalzo al termine di una lite tra due tossicodipendenti e un gruppo di rom, scoppiata per 10 euro sul prezzo d’acquisto di un grammo di cocaina: così la Squadra Mobile di Pescara ha ricostruito la morte di Tommaso Cagnetta, ambulante 42enne con precedenti per droga, avvenuta a Pescara.
Il colpo fatale sarebbe stato esploso da Angelo Ciarelli (38), fratello di quel Massimo arrestato a maggio come presunto autore dell’omicidio dell’ultrà pescarese Domenico Rigante. Angelo si è presentato in Questura lunedì sera.

Sapeva che lo stavano cercando. ”Perchè?” ha chiesto agli agenti. L’ennesimo fatto di sangue a Pescara, il terzo dall’inizio dell’anno, ha avuto come teatro il quartiere Rancitelli, regno storico dei rom pescaresi. All’arrivo delle Volanti è scoppiata una rissa, secondo gli inquirenti creata ad arte per permettere ad altri rom di far sparire la droga e forse l’arma del delitto. Poi davanti a casa di Angelo Ciarelli, in un tombino, la Polizia ha trovato 13 proiettili calibro 38 special in un calzino: l’altro calzino spaiato era dentro casa. Continua a leggere