Sono state otto coltellate, tutte al torace, una delle quali al cuore, a uccidere Vanessa Ballan, secondo i risultati dell’autopsia eseguita oggi. Il coltello con cui è stata colpita la 27enne di Treviso, incinta di 9 settimane, ha una lama di venti centimetri. In carcere, dopo la convalida del fermo, resta un uomo di nazionalità kosovara, Bujar Fandaj, 41 anni, con il quale la vittima aveva avuto una relazione di due anni conclusasi l’estate scorsa.
A tre giorni dall’omicidio, quindi, si continua ad indagare non solo sul movente, ovvero l’ossessione dell’uomo per essere stato lasciato, ma anche sul perché la denuncia presentata ad ottobre scorso dalla donna non sia stata sufficiente per far scattare la protezione. Sotto osservazione il lavoro dei magistrati della procura di treviso che dovranno rispondere alle domande degli ispettori inviati dal ministero che, a loro volta, dovranno presentare una relazione sull’accaduto al ministro della Giustizia Nordio. Il guardasigilli, infatti, ha chiesto di fare luce su questo femminicidio e sulle procedure decise subito dopo la richiesta di aiuto della donna alla magistratura.
La donna, che aveva già una famiglia, un marito e un figlio piccolo, aveva deciso di interrompere la relazione con il kosovaro, ma lui non si rassegnava. Dopo messaggi, telefonate, minacce di diffondere particolari relativi alla relazione finita e un’aggressione, l’uomo era diventato sempre più ossessivo. Queste immagini lo mostrano proprio mentre scavalca il muro di cinta di una villetta per entrare all’interno della casa in cui poi Vanessa è stata massacrata.