Venti anni di carcere al sacerdote assassino La sua amante: “Don Giorgio mi ha rovinata”

Di spalle, col cappello, l'amante del prete di Vignola durante una intervista ad Enrico Fedocci

La verità su quel delitto non si è mai saputa. Non si è mai capito perché Don Giorgio Panini, ai tempi parroco di Vignola, una notte si sia alzato e abbia accoltellato l’amico di sempre, Sergio Manfredini, 68 anni, e abbia tentato di uccidere anche la moglie di lui, ma riuscendo solo a ferirla. Fino a quel momento, almeno in apparenza, tutto era perfetto. Il sacerdote del paese era amico di famiglia dell’imprenditore.

Così amico che il religioso viveva nella casa dei Manfredini. La notte dell’antivigilia di Natale 2009 il raptus. Il figlio della coppia che interviene e salva la madre. Per il padre non c’era più nulla da fare. In molti pensarono che il movente fosse un’amante che il prete da tempo aveva. Una donna avvenente che si era rivolta a lui perché indigente.

Lui, per quella donna, aveva perso la testa e quindi aveva deciso di andare a vivere con lei. Ma prima era necessario affrontare con Manfredini alcuni nodi economici che li legavano. I due facevano affari insieme. Alcuni investimenti immobiliari. Davanti alla impossibilità di trovare una soluzione, don Giorgio Panini è stato preso dall’istinto omicida.

Il sacerdote per quel delitto è stato condannato in primo grado a 20 anni di reclusione con il rito abbreviato. E la sua amante ora dice: “Don Giorgio, mi hai sedotta e dopo il delitto e le notizie sulla nostra storia, la comunità mi ha emarginato. La nostra relazione mi ha rovinata, ma mi mancano le nostre notti d’amore

Enrico Fedocci                            Guarda l’intervista all’amante di don Giorgio