Gallarate, Fiamme Gialle scoprono maxi frode Lavoratori sfruttati e 70 milioni di euro evasi

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SEQUESTRATI IMMOBILI DI LUSSO, GIOIELLI, SOCIETA’ ED ALTRI BENI PER UN VALORE DI CIRCA 3,5 MILIONI DI EURO: L’INDAGINE VA AVANTI

Migliaia di lavoratori in difficili situazioni economiche sfruttati, circa 1,5 milioni di ritenute non versate dai loro datori di lavoro, oltre 56 milioni di basi imponibili ai fini delle imposte dirette ed 11 milioni di iva sottratti al Fisco, è questo l’esito dell’operazione Wild Catering – condotta dalle Fiamme Gialle di Gallarate, coordinate dal comandante della Compagnia, capitano Paolo Pettine –  che ha interessato 9 società cooperative strettamente correlate fra loro ubicate nel Milanese ed attive nei settori del catering e del facchinaggio.

Tali società, formalmente intestate a dei soggetti prestanome ma in realtà gestite da note figure leader del settore erano anche solite operare per eventi ed occasioni particolarmente importanti tra cui manifestazioni sportive di rilievo, concerti, sfilate delle più note case di moda, fiere in tutto il nord Italia ed anche all’estero, oltre a fornire personale per i più famosi ristoranti della Lombardia.

L’attività in questione, in particolare, scaturita a seguito di un esposto anonimo apparso anche su un quotidiano locale, consentiva di accertare l’esistenza di vere e proprie figure di riferimento, ognuna con la sua aree geografica di competenza, cui le cooperative erano solite rivolgersi in occasione dei menzionati eventi al fine di reclutare forza lavoro irregolare da impiegare come camerieri o facchini.

Tali soggetti, presenti sul territorio provvedevano, quindi, a contattare direttamente persone in difficili condizioni economiche ed a metterli di volta in volta, a seconda della necessità, a disposizione delle menzionate cooperative trattenendo parte del compenso loro corrisposto in contanti per l’illecita attività di reclutamento.

Le stesse società cooperative inoltre provvedevano sistematicamente ad omettere la presentazione di tutte le dichiarazioni fiscali ed il versamento delle relative ritenute e contributi.

Le indagini, durate poco più di un anno, sono state coordinate inizialmente dalla Procura di Busto Arsizio e successivamente da quella di Milano ed hanno consentito oltre che ad individuare tutti i soggetti incaricati dell’attività di reclutamento del personale anche a ricondurre la gestione delle cooperative agli effettivi artefici delle frode.

Venivano così denunciati a piede libero 14 persone tra cui tutti i rappresentati formalmente indicati delle società cooperative e gli amministratori di fatto delle stesse per reati fiscali nonchè i soggetti deputati al reclutamento per la nuova ipotesi di reato prevista dall’603-bis (Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro introdotta a partire dal 14 settembre 2011) del Codice Penale oltre che per l’ipotesi di riciclaggio.

In particolare, nei confronti degli amministratori di fatto, venivano sequestrati lussuosi immobili ubicati in Milano, autovetture, gioielli, denaro contante e quote societarie per un ammontare complessivo pari a circa 3,5 milioni di euro.