(di Enrico Fedocci)Io e Carlotta Dessì non eravamo amici di vecchia data. Ci eravamo incrociati in tante trasferte, tanti casi di cronaca. Ma, nonostante il poco tempo passato insieme lontani dal lavoro, io la stimavo profondamente. Qualche volta in redazione ci si incrociava in ascensore e sempre si chiacchierava qualche minuto quando andavo all’8º piano. Tornando dalla segreteria, se ci si vedeva, passavamo un po’ di tempo a chiacchierare davanti all’ascensore. E fu proprio una di quelle volte che salutai Mario Giordano mentre usciva dall’ascensore… “Ciao, Fedoccino…” disse trafelato e sempre di corsa, camminando e guardando all’indietro con un sorriso… Continua a leggere