L’altruismo di Cap. Ultimo e dei suoi volontari In un libro la seconda vita dell’eroe antimafia

IN LIBRERIA IL VOLUME SCRITTO DALLA GIORNALISTA ANGELA ROSSI
LIBROULTIMOCapitano Ultimo? L’ufficiale dei carabinieri che, nel 1993,  arrestò Totò Riina con la sua squadra di “ soldati straccioni”: Vikingo, Barbaro, Omar, Ombra,  Arciere … E’ conosciuto soprattutto per questo e per le sue indagini ma, oggi, la sua vita oltreché dedicata all’Arma è spesa per i poveri ed i dimenticati. Questa nuova vita è raccontata in una lunga intervista diventata libro uscito lo scorso 30 aprile per i  tipi della Intento (17,50 euro 140 pagine) e scritto dalla giornalista Angela Rossi. Da anni Ultimo, è accanto a coloro che hanno bisogno, che non hanno niente. Ha realizzato la tenuta di via della Mistica, dove il venerdì sera, dopo la Messa si distribuisce il pane a chi ha fame, quella vera.

Con l’aiuto dei volontari ha realizzato tra la Casilina e la Prenestina, periferia romana dimenticata, un piccolo miracolo: qui, su questi campi che una volta erano una discarica, si sforna il pane caldo fatto con il lievito madre dal forno di pietra ed impastato da ragazzi non vedenti e da giovani che scontano  qui una pena alternativa al carcere; c’è una falconeria anche per la pet therapy, una pelletteria dove si lavora il cuoio ed il cui ricavato va a sostenere la comunità, un parco giochi, un orto didattico; si svolgono corsi  per formare ragazzi che, una volta scontata la loro pena, saranno in grado di avere un lavoro e ricominciare una vita diversa.

Soprattutto c’è una casa famiglia che ospita nove minori a rischio e provenienti da nuclei familiari disagiati socialmente che, diversamente, non avrebbero alcun futuro. Tutto portato avanti grazie alle donazioni dei volontari e delle famiglie di carabinieri. Un libro che racconta un Capitano Ultimo inedito, un uomo che opera, oltre che con il Nucleo Ecologico dei carabinieri del quale è vice
comandante nazionale, dalla parte dei dimenticati. “Grazie – sostiene lui stesso – a tutti i mendicanti perché hanno ancora il coraggio di chiedere e non  di pretendere quello che gli spetterebbe di diritto”.