Cronaca criminale

Enrico Fedocci, Giornalista Tg5

Enrico Fedocci è un Vice Capo Redattore – Inviato  del Tg5. Da anni segue i principali fatti di cronaca nazionale ed internazionale. Negli ultimi anni si è occupato da vicino di terrorismo islamista, documentando attentati come quello di Nizza. Tra il 14 e il 15 luglio del 2016, ai tempi era inviato di NewsMediaset, è stato il primo giornalista italiano ad arrivare in Francia e a trasmettere nella notte le immagini della tragedia, durante una diretta dalla Promenade des Anglais con Tgcom24.
Il giorno dell’attentato terroristico al mercatino di Natale a Berlino è volato nella capitale tedesca per seguire da vicino i fatti per tutti i telegiornali del Gruppo Mediaset.
Suoi anche i reportage dopo il terremoto che ha raso al suolo molte località tra Marche e Umbria nell’agosto del 2016, la strage del Mottarone il 23 maggio del 2021. 
Nell’aprile del 2017, da Molinella, Bologna, ha seguito passo dopo passo la fuga di Igor Vaclavich accusato di vari omicidi.
Il caso di cronaca nera a cui si è maggiormente dedicato è quello di Yara Gambirasio, la 13enne uccisa a Brembate Sopra nel 2010. Tra le varie storie seguite, quella della piccola Matilda, la bimba uccisa nel 2005 a Roasio, ma anche quella di Chiara Bariffi, la ragazza trovata in fondo al lago di Como grazie all’intervento di una medium. E poi, il piccolo Tommy, il “mostro dalle mani mozzate” di Varese, la strage di Viareggio, il terremoto dell’Aquila, l’alluvione in Liguria.

Un inviato sul campo che cerca di personalizzare le notizie con interviste, reportage, particolari inediti.
Fedocci è approdato a Mediaset nel 1999. I primi passi nel giornalismo li ha compiuti al Corriere della Sera dove è entrato nel 1992 come praticante, diventando poi giornalista professionista e redattore ordinario.  Collabora con il settimanale Panorama.

Nasce a Fidenza, trascorre l’infanzia tra Parma e Modena. Passa l’adolescenza tra Bologna e Milano, dove vive. 

Ha frequentato il liceo ginnasio “Luigi Galvani” di Bologna e il liceo ginnasio “Giuseppe Parini” di Milano e si è laureato in filosofia all’Università di Milano. 

Dopo varie collaborazioni, inizia a 21 anni l’attività giornalistica professionale nel 1992 al Corriere della Sera come praticante giornalista diventando poi, dopo l’esame di Stato da professionista, redattore ordinario. 

Dal 1997 al 2002 ha insegnato giornalismo all’Università Cattolica del Sacro Cuore come professore a contratto nell’ambito della formazione permanente dell’ateneo. Dal 2002 è diventato direttore del corso di giornalismo realizzato dalla provincia di Milano tenuto all’istituto di formazione professionale di via Pace a Milano. Tra gli ospiti del corso anche il brigatista Mario Moretti, che nel 2004 e nel 2005 si è fatto intervistare dagli studenti sulla lotta armata. Dell’incontro esiste una testimonianza filmata che è stata recentemente pubblicata in versione integrale. Dopo il confronto, gli studenti hanno realizzato un articolo come esercitazione proprio sulle parole di Moretti. Dopo avere letto gli elaborati l’ex capo brigatista ha scritto una lettera a Fedocci in cui sintetizzava le proprie impressioni su ciò che i giovani avevano scritto di lui: “… la vicenda delle BR è di quelle che fungono da specchio a chi le guarda. Se si parla delle BR chiunque ci mette del suo, sempre, non importa quanto egli sia lontano per età o per indole da quella vicenda”. Nel 2004 fu ospite del corso anche il concorrente del Grande Fratello Rocco Casalino che proprio in aula si rivolse agli aspiranti giornalisti dicendo: “Fra 10 anni sarò potente e sarò il vostro capo”, parole che in un certo senso si sono poi rivelate profetiche, visto che poi Casalino divenne il ruolo di portavoce del presidente del Consiglio dei ministri. L’incontro fu ripreso da una telecamera ed offre uno spaccato della personalità dellingegnere pugliese. Nel novembre del 2018, un estratto del video relativo all’intervento di Casalino fu utilizzato da Arcade TV per accusare il portavoce del premier di odio nei confronti dei down a causa di alcune frasi da lui pronunciate, scatenando un vero e proprio caso mediatico e politico. Famiglia Cristiana e l’ex segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi insieme ad altri politici, ne chiesero le dimissioni. Nella vicenda fu chiamato in causa Fedocci, che lo aveva invitato in aula, affinché chiarisse la posizione dell’ex concorrente del GF rispetto alle frasi pronunciate. 

Nel 1999 Fedocci arriva a Mediaset con la mansione di direttore responsabile del quotidiano online Mediaset Online, poi divenuto nel 2001 TGcom24 sotto la direzione di Enrico Mentana. Nello stesso periodo ricopre il ruolo di direttore editoriale dei New Media di Mediadigit, la società del Gruppo Mediaset che si occupava di nuovi media alle dirette dipendenze di Michele Preda, presidente di Mediadigit e di Maurizio Carlotti, ai tempi amministratore delegato del Gruppo Mediaset. 

Collabora con il settimanale d’informazione Panorama, per il quale ha realizzato diverse inchieste, che per due volte hanno contribuito al ripristino della scorta al colonnello Sergio De Caprio, noto come Capitano Ultimo. Nel 2014, i suoi articoli – pubblicati da Panorama – sulla guerra per la successione al vertice dell’Arma che vide contrapporsi i due generali di corpo darmata Leonardo Gallitelli ai tempi comandante della Benemerita e Vincenzo Giuliani, fecero molto discutere. 

Comincia l’attività televisiva nel 2004 quando Mario Giordano gli fece seguire come inviato i fatti di cronaca italiana nella redazione del telegiornale Studio Aperto. 

Dal 2010 lavora per la testata NewsMediaset in qualità di vicecaporedattore con mansione di inviato, realizzando servizi di cronaca nera per il Tg5, Studio Aperto, Tg4 e per il canale all news TGcom24. 

Si dedica al caso di Yara Gambirasio, rivelando il ritrovamento della traccia di Dna che ha consentito agli investigatori di individuare Massimo Giuseppe Bossetti poi condannato per il delitto. Nell’ottobre 2018, pochi giorni dopo la sentenza definitiva della Cassazione, che ha confermato l’ergastolo a carico di Bossetti, il muratore di Mapello dal carcere gli scrive, chiedendogli di “dare voce a un innocente”. La lettera, mandata in onda dai telegiornali di Mediaset e pubblicata sul sito di Tgcom24, è stata ripresa da molti quotidiani, siti d’informazione e trasmissioni televisive. 

Tra le varie storie seguite, quella di Matilda Borin, la bimba uccisa nel 2005 a Roasio; quella di Chiara Bariffi, la ragazza trovata in fondo al lago di Como grazie all’intervento di una medium; la vicenda di Tommaso Onofri; il “mostro dalle mani mozzate” di Varese; la strage di Viareggio; il terremoto dell’Aquila; l’alluvione in Liguria. Suoi anche i reportage dopo il terremoto che ha raso al suolo molte località tra Marche e Umbria nellagosto del 2016. 

Nel 2016, insieme all’imprenditore Mimmo Lobello ha creato lo spazio servizi Edicola 2.0 dove si è tenuto anche il confronto tra i candidati sindaci Giuseppe Sala e Stefano Parisi. 

Nel 2016 e nel 2017 ha seguito gli attentati di Nizza sulla Promenade des Anglais e di Berlino al mercatino di Natale, entrambi rivendicati dallISIS. 

Nell’aprile del 2017, da Molinella BO ha seguito la fuga di Igor Vaclavic, alias Norbert Feher, accusato di vari omicidi e successivamente arrestato in Spagna. 

Alterna l’attività giornalistica a quella di Ufficiale dei carabinieri di complemento, ruolo che ricopre con il grado di maggiore. 

Nel corso del 2017, è stato sottoposto ad un periodo di richiamo alle armi, lasciando temporaneamente i telegiornali del Gruppo Mediaset per svolgere operazioni di pace in Kosovo, nell’ambito della missione NATO Kosovo Force Kfor; a missioni in Cisgiordania, a Gerico e a Hebron Miadit e TIPH e in Iraq, a Baghdad e Erbil-Kurdistan iracheno operazione Inherent Resolve – Prima Parthica e a Djbouti, nel Corno D’Africa Miadit Somalia. 

Da gennaio 2022 è stato sottoposto a “richiamo alle Armi” dall’Arma dei Carabinieri e presta servizio presso la Scuola Ufficiali di Roma in cui insegna Comunicazione nell’ambito della Cattedra istituita nel 2022 dalla Benemerita a favore degli Ufficiali che frequentano “l’Università dell’Arma” lasciando temporaneamente il Tg5. 

 

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