Le immagini che mostrano Cesare Battisti come trofeo di caccia sono quanto di più vergognoso abbia visto negli ultimi anni. E non parlo di lui che scende dall’aereo a Ciampino a favor di telecamere. Perché quelle immagini – intendo quelle in pista scortato dalla polizia – rendono il senso delle cose, di una fuga di decenni terminata, dell’impunità e dell’arroganza del terrorista finalmente rimasto senza il sorriso beffardo che aveva mostrato tutte le altre volte che l’aveva scampata.
Un giusto tributo, quindi, la sintesi del fatto, perché ci mostra un criminale nel momento in cui si appresta a pagare il proprio conto: giustizia è fatta. E di questo bisogna ringraziare il pool investigativo italiano che è stato capace di stanare il latitante e riportarcelo. Una forma di rispetto soprattutto nei confronti delle vittime del colpevole Cesare Battisti e dei loro familiari.
Io penso che Cesare Battisti non abbia avuto rispetto degli altri, uccidendo, fuggendo e sottraendosi alle conseguenze dei crimini che ha commesso. Ma quegli agenti in posa sono indegni di un Paese civile. In quelle foto non c’è rispetto della dignità umana. Anche se la dignità da rispettare è quella di un assassino. Noi siamo migliori di lui. Noi dobbiamo esserlo. Il selfie col terrorista, proprio no, potevano risparmiarcelo.
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