Cronaca criminale

Il Col. Paolo Rota Gelpi lascia la Benemerita Ferito in servizio, fu decorato al valor militare

UNO DEI POCHISSIMI DECORATI AL VALOR MILITARE SALUTA L’UNIFORME DOPO UNA VITA AL SERVIZIO DEL PAESE: “L’ARMA MI HA DATO TANTISSIMO, AVRO’ NOSTALGIA DELLA CASERMA E DEI MIEI COLLEGHI”

Il generale Teo Luzi saluta e ringrazia il colonnello Paolo Rota Gelpi

di Enrico Fedocci

Una vaga somiglianza con Paolo Conte, il tratto sobrio, un mezzo sorriso imbarazzato costantemente sul suo viso  e una signorilità rara, accompagnata dalla competenza, dalla professionalità, dal buon cuore, ma soprattutto dal coraggio. Il colonnello Paolo Rota Gelpi ha lasciato l’Arma dei carabinieri dopo 42 anni di carriera. Il saluto alla presenza dei colleghi, dei superiori, della stampa in una sala della Legione Carabinieri Lombardia. Sciarpa, sciabola, in uniforme, accanto a sè la moglie Graziella e la figlia Lara

Un momento commovente in cui il generale di Divisione Teo Luzi ha voluto ripercorrere le tappe principali della carriera del Colonnello Rota Gelpi che si è conclusa a Milano come vicecomandante della Legione Lombardia. 

Il saluto dell’Arma al colonnello Rota Gelpi. Accanto all’Ufficiale la moglie e la figlia

L’episodio più doloroso, ed eroico, quello del conflitto a fuoco in cui l’allora capitano Rota Gelpi, comandante della Compagnia di Vicenza, ha rischiato la vita, dopo aver rintracciato un pericoloso rapinatore che poco prima con due complici aveva assaltato una Banca in provincia di Vicenza.

Il bandito era armato e pronto a tutto. Fu intercettato dall’allora Capitano Rota Gelpi  e dai suoi carabinieri che lo stanarono a Lissaro, in provincia di Padova in una galleria ferroviaria sulla linea Milano Venezia. Appena il malvivente vide l’Ufficiale all’imbocco della galleria lo ferì gravemente, sparandogli con una 38 special.

L’allora capitano Rota Gelpi subito dopo il conflitto a fuoco viene steso sulla barella per essere caricato sull’elicottero

Nonostante fosse stato ferito al collo, Rota Gelpi continuò a condurre l’operazione riuscendo a sparare con la propria pistola, cercando di disarmare l’uomo, puntando alle mani, ferendolo così ad entrambi gli arti. A quel punto, vistosi braccato, il criminale Battista Tombolato si sparò, pur di non essere catturato. 

Gli applausi di ringraziamento al Colonnello Paolo Rota Gelpi

Era il 16 maggio del 1988. Da quel giorno di tempo ne è passato: Paolo Rota Gelpi per quell’impresa fu decorato dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga con una medaglia di Bronzo al Valor Militare. Un eroe – anche se Rota Gelpi non ama questa definizione – che ha compiuto un atto valoroso che nessuno, né l’Arma né i cittadini di quelle quelle zone, ha mai dimenticato. La caccia all’uomo tenne la popolazione con il fiato sospeso e la paura nel cuore.

Il colonnello Rota Gelpi ha successivamente retto tanti altri comandi: Napoli, Vicenza, Verona, Piacenza, Milano. Tante città che hanno scandito le tappe di una vita dedicata alla Benemerita e quindi alla gente.

Quasi sei gli anni a Piacenza dove ha guidato il Comando Provinciale e dove il Prefetto su decreto del Capo della Polizia ha riconosciuto al Colonnello lo status giuridico di “Vittima del dovere”.  Per lui ora una nuova parentesi, nel mondo del ciclismo e del volontariato a favore dell’associazione “Vittime del Dovere”. 

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