500 case occupate. Un quartiere in cui gli anarchici minacciano di attaccare la polizia se si presenta per riportare la legalità. Milano, zona Lorenteggio è qui che negli anni del fascismo venne costruito un quartiere popolare innovativo, servito da collegamenti con il centro città, con la periferia estrema, ma che ora è dominio di degrado ed emarginazione. Un quartiere in cui anziani e fasce deboli devono convivere con la criminalità, subendo soprusi continui. E chi lascia la casa, anche per poche ore, non è certo di potere rientrare. Spesso qualcuno sfonda la porta e occupa. Sono le casa libere le più gettonate, ma in mancanza di alternativa anche il ricovero di un’anziana in ospedale dà a persone senza scrupoli l’occasione per trovarsi un nuovo alloggio.
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La lotta di classe diventa sempre più spesso l’occasione per imporre la legge del più forte.
Siamo andati proprio in quelle strade: gli anziani, coloro che hanno una casa assegnata parlano a fatica. C’è paura. Altri, gli occupanti, sono spavaldi davanti al microfono.
Il delicatissimo ed intenso lavoro degli uomini del commissariato di polizia di Lorenteggio, guidati dal dirigente Giovanni Giammarrusti, riesce a contenere a fatica il fenomeno: uno sgombero ogni tre giorni, ma sempre in forze. Ogni volta c’è la reazione dei centri sociali, degli anarchici a tutela dell’illegalità. E chi ha diritto all’alloggio, invece, resta fuori.
E quando gli si domanda dove deve andare l’anziana che viene lasciata fuori dalla casa a cui ha diritto, la risposta lascia di stucco: “Se ne vada in casa di riposo”