Indagini improvvisate, condotte con imperizia, cercando di proporre – e alla svelta – un colpevole all’opinione pubblica. Un colpevole a cui attribuire indizi e prove.
La Cassazione spiega i motivi per cui ha deciso di assolvere Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’accusa di avere ucciso Meredith Kercher e nelle motivazioni punta il dito su chi ha condotto le indagini. Nessun elemento, hanno scritto i magistrati, inchioda i due imputati alla scena del crimine. Nessun elemento evidenzia un possibile movente.
E dopo questa sentenza ora c’è attesa per altri processi: quello a Massimo Giuseppe Bossetti, accusato da un’ esile traccia di dna di essere l’assassino di Yara Gambirasio, e quello di Garlasco, in cui Alberto Stasi è indicato dall’accusa come l’omicida della fidanzata Chiara Poggi. Anche in questi due casi gli elementi in mano alla Procura sono sfumati. Non c’è una confessione, ci sono indizi che potrebbero sgretolarsi sotto i colpi di perizie e controperizie, il movente non sembra reggere ne’ nel caso del delitto di Yara, tantomeno in quello di Chiara Poggi.
I prossimi mesi saranno determinanti per capire se la giustizia funziona: sul banco degli imputati, questa volta, la capacità degli investigatori di risolvere un giallo.