Cronaca criminale

Dalla Chiesa,lapide ancora coperta dalle moto L’appello di Rita al sindaco: “Confido in lui”


DOPO LA DENUNCIA DI TGCOM24 IL COMUNE DI MILANO AVEVA PROMESSO UN INTERVENTO. TOLTO IL CANTIERE ABBANDONATO, MA C’E’ ANCORA IL PARCHEGGIO DEI MOTORINI E DI SERA LA LAPIDE RESTA AL BUIO. LA DELUSIONE DI RITA DALLA CHIESA E LO SFOGO A CRONACA CRIMINALE

Il monumento dedicato al generale dalla Chiesa, nascosto da motorini e privo di illuminazione

di Enrico Fedocci
E’ passato quasi un mese, ma la lapide è ancora nascosta dai motorini. Dopo la denuncia di Tgcom24 sul monumento trascurato del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, collocato a fianco di quello al Carabiniere, in piazza Diaz a Milano, sembra che poco sia cambiato, nonostante le promesse del Comune ad inchiostro di giornale ancora caldo. E’ vero, sono stati rimossi i nastri dei lavori in corso, è stato smantellato il cantiere dimenticato. Ma la lapide è ancora nascosta da una schiera di motorini. Di giorno.
La sera, invece – basta passare di lì verso le 18 – e se è possibile la situazione è ancora peggiore: magari di motorini non ce ne sono, ma di vedere il monumento non se ne parla. Al buio la lapide  non si vede, come mostrano chiaramente le foto a corredo di questo articolo. E anche sapendo che la lapide dedicata dai milanesi al carabiniere più famoso d’Italia è lì, proprio lì, avvicinandosi, non si riesce a vedere nulla lo stesso. E nemmeno a leggere ciò che c’è scritto sul marmo, neppure se ci si mette a pochi centimetri.

La nostra denuncia aveva provocato, immediata, la reazione di Rita dalla Chiesa, figlia dell’eroe antimafia trucidato assieme alla seconda moglie Emanuela Setti Carraro da Cosa Nostra nel 1982: “E io che pensavo che Milano fosse una città civile, in grado di ricordare – aveva detto a Cronaca Criminale – Mi addolora molto, invece, sapere che in questo caso qualcuno si sia dimenticato il significato della parola rispetto”.
Il Comune di Milano, poche ore dopo la pubblicazione del nostro pezzo, aveva promesso interventi solleciti per garantire il “doveroso decoro al momumento dedicato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa”. Dopo quasi un mese siamo tornati in piazza Diaz e prima di pubblicare questo nuovo articolo abbiamo chiesto al Comune di Milano la propria posizione per l’intervento da loro realizzato a metà.

La lapide. Impossibile leggere il testo della dedica senza aiutarsi con una pila

Questo il comunicato del Comune di Milano alla richiesta di spiegazioni: “Per quanto riguarda l’area della lapide dedicata al generale Dalla Chiesa in piazza Diaz, segnaliamo che l’allestimento di cantiere che aveva provocato polemiche è stato rimosso.
Per quanto riguarda la localizzazione delle aree di sosta regolamentata che si trovano oltre il passaggio per pedoni, le verifiche hanno evidenziato che non vi è stata alcuna modifica della loro localizzazione da molti anni. Nell’ambito delle periodiche revisioni l’Amministrazione sta verificando comunque se sarà possibile cancellare quei posti moto e ricollocarli altrove”.

Il monumento dedicato al generale dalla Chiesa, di giorno nascosto da motorini, di sera privo di illuminazione

Una risposta che dice tutto, ma – soprattutto – dice nulla: quanto tempo ci vorrà per togliere tre parcheggi di motorini? E’ possibile che la città che ospiterà l’Expo non sia in grado di risolvere celermente un problema simile?

Quindi, forse, qualcuno se ne occuperà. Ma non si sa quando.  Suggerimento: basterebbe un po’ di vernice per cancellare le righe bianche del posteggio.

L’AMAREZZA DELLA FIGLIA DEL GENERALE DOPO LA RISPOSTA DEL COMUNE DI MILANO: L’APPELLO A PISAPIA
Rita Dalla Chiesa  ha affidato il suo sfogo a Cronaca Criminale e Tgcom24: “Una lapide rappresenta il sacrificio di un eroe per lo Stato. Una lapide – non solo quella di mio padre, ma qualsiasi lapide –  non può essere messa sotto le ruote di chi, magari, nella fretta, non lascia in quel luogo nemmeno un pensiero”.  Rita Dalla Chiesa, poi, ha anche parole per il monumento al carabiniere che il padre fece erigere in piazza Diaz a ricordo del sacrificio di tanti militari senza nome e  lancia un appello al sindaco Giuliano Pisapia: “Quella fiamma che si vede dall’entrata della Galleria Vittorio Emanuele è stata voluta da mio padre prima di lasciare Milano per andare a Roma e a Palermo. E’ il simbolo dei carabinieri che vegliano sui cittadini. Sui cittadini, non sui loro motorini. Mi affido alla sensibilità del Sindaco Pisapia. Anche se capisco che ci siano priorità più importanti”.    

Noi, oltre a denunciare il fatto per la seconda volta, invitiamo l’assessore competente ad andare personalmente a verificare. Ma vorremo dargli anche un consiglio: se dovesse andare di sera, meglio dotarsi di una torcia perché così com’è il monumento non si vede e rischierebbe di non trovarlo. E ci domandiamo: non sarebbe sufficiente mettere un impianto permanente di illuminazione? Noi crediamo di sì. Ma, evidentemente, a Milano i monumenti si mettono e poi si nascondono.
GUARDA LE FOTO DEL MONUMENTO DEL GENERALE DALLA CHIESA DIMENTICATO DAL COMUNE DI MILANO:

 

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