Cronaca criminale

Dopo aver decapitato ‘ndrangheta e Camorra il colonnello Spina lascia Monza e va a Brescia

7 ANNI DI BRILLANTE ATTIVITA’ IN BRIANZA E ORA UNA NUOVA SFIDA

Il colonnello Giuseppe Spina

Il suo fiore all’occhiello è l’operazione che ha azzerato i vertici della ‘ndrangheta nel Nord Italia: 177 persone arrestate, 491 denunciate con 110 condanne confermate anche in Appello. Un lavoro lungo, difficile e dettagliato, con l’ausilio di intercettazioni, pedinamenti e, addirittura, il resoconto filmato di una riunione di cupola, evento mai ripreso nella storia della lotta alla criminalità mafiosa.

Il colonnello Giuseppe Spina lascia il Comando del Gruppo di Monza per approdare a quello – ancora più prestigioso – dei carabinieri di Brescia, dove sarà Comandante Provinciale.  E appena arrivato nel capoluogo bresciano ha già dato una svolta al giallo della brasiliana uccisa a Gambara: poco fa è stato fermato il datore di lavoro di Marilia Rodrigues Martinis.
51 anni, sposato, con un figlio piccolo, ha passato gli ultimi 7 anni a combattere la malavita della Brianza, realtà variegata perché terra di industrie, ma anche di malaffare. Un territorio, quello gestito fino ad ora dal colonnello Giuseppe Spina, di circa un milione e 200mila abitanti, con un’alta infiltrazione mafiosa.
Omicidi, rapine in villa, tratta di esseri umani… Sono moltissime i casi che i carabinieri di Monza sono riusciti a  risolvere. Il primo omicidio di cui si è occupato l’ufficiale, poco dopo il suo arrivo nella città della “corona ferrea”, è quello dell’ereditiera Lorena Radice. Inizialmente tutto lasciava pensare a un suicidio, ma grazie alle indagini dettagliate, al repertamento di un frammento di sacchetto trovato tra la spalliera di un letto e un muro si è riusciti ad arrivare all’arresto del marito e alla sua condanna all’ergastolo.

Sua anche l’operazione Fata che portò i carabinieri brianzoli all’arresto di 80 persone e alla decapitazione dell’organizzazione della struttura criminale che agiva tra Est europeo e Italia, nell’ambito della tratta di esseri umani. Inchiesta che ha restituito la libertà a centinaia di donne sfruttate, tra cui moltissime ragazze minorenni.
E’ di quest’anno, invece, l’operazione “Briantenopea” che ha messo in ginocchio la Camorra: 37 arresti per associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di rapine, estorsioni, usura, furti, ricettazione, riciclaggio, spaccio di banconote false.

Il colonnello Spina durante le fasi della cattura di un pericoloso rapinatore asserragliato illustra la situazione al generale Scursatone e al colonnello Luongo

Senza contare l’attività di contrasto alle rapine in villa che negli anni scorsi hanno colpito soprattutto la zona della Brianza.  Decine i banditi catturati e lo smantellamento di organizzazioni che arrivavano dall’Est per mettere a ferro e fuoco la zona. Solo pochi mesi fa Spina ha coordinato personalmente la cattura di un pericoloso bandito armato che, dopo aver tentato una rapina con un complice a Buscate, si è asserragliato armato di pistola all’interno di un edificio abbandonato. L’uomo è stato bloccato dai carabinieri ancora prima che arrivassero i Gis, gli uomini del Gruppo di Intervento Speciale. Il timore di Spina era che potesse prendere in ostaggio qualcuno durante la fuga. A quel punto l’intervento dei militari e l’arresto.

Il colonnello Spina con il generale Scursatone

Il colonnello Spina era arrivato a Monza dopo vari anni passati al Comando Generale dell’Arma. Prima ancora aveva comandato la Compagnia di Palermo piazza Verdi. Ma la sua prima esperienza di spessore risale al 1991, quando ha retto per tre anni la seconda terza sezione del Nucleo Investigativo di Milano.
Ora il Comando Generale di Roma gli ha affidato la provincia di Brescia. Il suo obiettivo è quello di rendere più sicuri i cittadini e di prevenire soprattutto i reati predatori. Quelli, insomma che entrano nella vita della gente rendendola un piccolo inferno. A loro, alla gente, Spina ha fatto una promessa: “I miei carabinieri veglieranno su di voi”

Enrico Fedocci

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