Cronaca criminale

Storia di Peter, un immigrato coraggioso Sventa furto, arresta il ladro e chiama il 112

L’UOMO ELOGIATO DAI CARABINIERI DI MONDRAGONE:
UN GRANDE ESEMPIO PER TUTTI NELLE TERRE DI GOMORRA

Peter Andani, l’immigrato coraggioso

Peter è un ragazzo nato in Togo nel 1972, è cresciuto in Ghana, abita a Castel Volturno,  da circa 10 anni, in una casa tenuta benissimo e curata dalla moglie, una splendida ragazza ghanese. Peter racconta che la moglie è molto severa perché lui sta poco a casa con lei, in quanto preso da mille impegni.
Peter è un ragazzo molto impegnato: è muratore regolarmente a contratto, è un marito responsabile, ma anche portavoce della Moschea di Castel Volturno e Responsabile della Comunità Ghanese per i rapporti con le autorità italiane. La storia di Peter è comune un po’ a quella di molti ragazzi venuti dal centro africa per lavorare in queste terre dell’agro domiziano, per lavorare e guadagnare qualche euro per mangiare, per vestirsi, per mandare a casa, ai propri cari lasciati laggiù, un po’ di soldi, non per mangiare o per vestirsi ma per vivere.

La storia di Peter è comune un po’ a quella di molti altri ragazzi venuti dal centro Africa ma…Peter non è un ragazzo come gli altri.
Peter ci racconta di essere nato in Togo, di essere cresciuto in Ghana e di aver sempre lavorato insieme a suo padre che un giorno sognava di vederlo laureato e magari avvocato.
Peter ci prova con tutto se stesso, lavora insieme al padre ma nel frattempo studia con amore e sacrificio, a testa bassa. Riesce ad iscriversi all’Università del Ghana, Facoltà di Legge, di Law, come dice Peter, riesce ad arrivare al 3° anno, ma poi……la fortuna non aiuta l’audace Peter ed il destino ed una malattia portano via al suo affetto il padre. Peter è costretto a lasciare gli studi, l’università e purtroppo il suo Ghana. Come molti ragazzi del suo Paese sceglie di venire in Italia. Ma come alcuni ragazzi del suo Paese, una volta venuto in Italia, non si lascia incantare dal guadagno facile dei clan camorristici e non, non cade nella rete dello spaccio o del racket. E’ stata fondamentale la vicinanza di sua moglie, dice Peter, che lo ha allontanato dalle cattive amicizie. Peter ricomincia da dove aveva finito: dal lavoro. Peter, ghanese, studente in legge, una volta arrivato in Italia, lavora e lavora sodo, a Quarto Flegreo in una ditta edile come manovale.
Ma non si accontenta: Peter si rende conto di poter mettere le sue potenzialità a disposizione degli altri. Accetta di rappresentare la Comunità Ghanese per tutte le problematiche connesse ai rapporti con le autorità italiane e la stessa popolazione di Castel Volturno, collabora con l’Imam della Moschea di Castel Volturno e spesso è lui ad interagire con le Forze di Polizia e con la Magistratura per aiutare loro a penetrare la difficile e complessa cultura ghanese.

PETER SVENTA UN COLPO
Ed è proprio il suo senso civico che sabato scorso ha portato Peter a dimostrare ancora una volta che gli immigrati possono costituire una ricchezza, una risorsa e non un problema. Peter si trovava all’interno della sua abitazione, di fronte una villetta, una delle tante che si trovano a Castel Volturno, una di quelle estive, abitate solo due mesi all’anno o in qualche sporadico weekend. Peter nota qualcosa di strano, qualcuno di strano: un ladro di appartamenti, ma non il solito immigrato clandestino, senza documenti, dedito allo spaccio di droga o disperato senza un euro, come si è soliti dire. No, questa volta

Peter tiene in braccio la sua bimba

si trattava di un bianco, di un “normale”, di un italiano. Un italiano, sì, un italiano, con la fortuna di essere nato e cresciuto in Italia, con la fortuna di due genitori impiegati, con le mille opportunità che, nonostante tutto, l’Italia può dare. Ed invece no, questo cittadino italiano preferisce rubare a casa d’altri, preferisce rubare, rompere, danneggiare.

Peter assiste a tutta la scena e lui, ragazzo ghanese, con una casa a Castel Volturno, con una moglie da proteggere a Castel Volturno, lui non volta la testa dall’altra parte, no, lui la tiene alta come sempre ha fatto nella sua vita, ed entra nella casa ed affronta il ladro. Non ha paura. Lo blocca con le sue forti braccia da muratore, gli toglie la refurtiva e la tiene da parte e poi …… poi Peter chiama il 112 come il migliore dei cittadini italiani forse non ha mai fatto.

Peter, nella terra in cui la camorra uccide per una delazione, per una “soffiata”, dove la camorra sfrutta e “violenta” intere popolazioni, Peter denuncia, Peter chiama i Carabinieri. Quando i militari del capitano Lorenzo Iacobone, comandante della compagnia di Mondragone, e del maresciallo Gaetano Vrola, comandante della Stazione arrivano sul posto, trovano il ladro ancora nella morsa del giovane ghanese e la refurtiva messa da parte. Peter consegna il ladro e refurtiva ai carabinieri, e poi compie il suo dovere fino in fondo: segue i Carabinieri presso la Stazione e denuncia tutto ciò che ha visto. Ricapitolando: il ladro, italiano, istruito, benestante, sceglie di rubare per avere ancora di più; Peter, ghanese, ex studente di legge, immigrato, muratore, abitante in terra di Camorra sceglie di impedire che venga commesso un reato e di denunciare… denunciare. Tutto questo non è successo a Pavia, a Firenze, a Milano o a Torino….è successo a Castel Volturno. W Peter, w il suo coraggio. (I.V)

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