Identificato il cadavere trovato a Taggia Carabinieri Sanremo continuano ad indagare

Una foto di Sergio Lanzarotti

E’ stato riconosciuto formalmente dalla sua famiglia. Si chiamava Sergio Lanzarotti e aveva 37 anni l’uomo trovato senza vita nelle acque del torrente Argentina. Il giallo del corpo rinvenuto il 27 aprile scorso a Taggia, in provincia di Imperia, però, resta insoluto. Non si capisce come il giovane sia morto. Se per caduta accidentale, per suicidio o per omicidio. Tutte le ipotesi restano aperte. I punti fermi degli investigatori sono quelli fissati dalla perizia medico legale secondo cui Lanzarotti sarebbe precipitato da un’altezza di 10 metri morendo sul colpo. Ma l’anatomopatologo, Francesco Traditi, ha anche rilevato una seconda frattura, post mortem, che il 37 enne – ovviamente – non può essersi procurato da solo. Che cosa è accaduto, quindi?

La famiglia del giovane, residente a Torino, non è riuscita a dare una spiegazione. Nessuna denuncia di scomparsa, anche perché la vittima si allontanava spesso e volentieri da casa senza giustificare le sue assenze. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Sanremo, coordinati dal capitano Gerardina Corona (nella foto), sono giunte ad una svolta grazie ad

Una seconda foto di Sergio Lanzarotti, l’uomo trovato senza vita

un appuntato della stazione di Badalucco che, guardando la foto del cadavere, si è ricordato di avere fermato e controllato Lanzarotti qualche giorno prima del ritrovamento del corpo.

Una memoria fotografica che ha dato un importante impulso all’indagine, grazie a un continuo e capillare controllo del territorio da parte dei carabinieri. Dal foglio di servizio, che riportava i dati identificativi di quel ragazzo, trovato a vagare senza meta nella zona di Badalucco, gli investigatori sono arrivati alla famiglia del giovane. Le analisi di confronto delle impronte digitali, dell’arcata dentale e del dna hanno fatto il resto. Ora l’indagine va avanti: si deve capire perché Sergio Lanzarotti è morto.

Enrico Fedocci 

CADAVERE SENZA NOME TROVATO IN UN TORRENTE A TAGGIA