Derubato la perdona, giudice la condanna Arezzo, tribunale: pugno di ferro con i ladri

Ha rubato nell’ufficio postale dove era addetta alle pulizie provocando guai alla direttrice, una volta scoperta ha chiesto scusa e ha restituito i soldi, ma la denuncia d’ufficio ha proseguito il suo iter e la donna viene condannata. L’episodio risale a qualche tempo fa ma è stato rievocato in tribunale ad Arezzo davanti al giudice Savina Poli e al pm Bernardo Albergotti.

La direttrice dell’ufficio postale di una piccola frazione alle porte di Arezzo si era resa conto che si registravano continui ammanchi dalla cassaforte degli spiccioli tanto da essere costretta a rimetterci, di tasca propria, ben 700 euro. Stanca della questione si è rivolta alla polizia postale che ha sistemato delle telecamere nell’ufficio.

Le riprese hanno inchiodato la donna delle pulizie che, una sera dopo un furto, è stata bloccata dagli agenti mentre si trovava in sella al proprio scooter. La donna si è messa a piangere e ha  riconsegnato subito i 40 euro in monetine sottratti. Davanti al giudice la direttrice, nel frattempo risarcita, ha rinunciato a costituirsi parte civile. La querela però è andata avanti d’ufficio e la donna è stata condannata a due mesi, 20 giorni ea 150 euro di multa.

4 risposte a “Derubato la perdona, giudice la condanna Arezzo, tribunale: pugno di ferro con i ladri

  1. Buongiorno.
    Voglio prima di ogni altra cosa, precisare che quello che ha fatto la signora è senza dubbio un
    atto da non fare, perchè sostanzialmente si tratta di furto aggravato dalla continuità.
    La cosa che più mi ha colpito è il fatto che i giudici non abbiano preso in considerazione il perchè
    questa donna abbia rubato, ci sono mille ragioni e considerando il periodo che stà passando il
    nostro paese è plausibile un tale comportamento, la signora ha dei figli e non arriva a fine mese,
    tutti sappiamo quanto può portare a casa una donna delle pulizie.
    Ribadisco che, non può essere una scusa un comportamento simile, la stessa ha sbagliato ed è
    giusto che paghi, non certamente con due mesi e venti giorni di prigione.
    Quello che mi innoridisce è il fatto che a una persona che ne uccide un’altra, la giustizia cerchi
    in tutti i modi di trovare un attenuante e sopra ogni ragionevole dubbio, si vada inesorabilmente
    a prendere in considerazione, l’infermità mentale.
    Perchè in questo caso, i giudici non hanno ascoltato le ragioni della signora e visto che la brava
    direttrice della posta, non ha sporto denuncia, non si siano limitati alla restituzione del maltorto
    e a una severa romanzina ?
    Devo dedurre che in Italia, chi commette atti efferati e crudeli, abbia certamente delle buone
    ragioni e chi ruba per sopravvivere, sia da ergastolo ?
    Cari giudici, state sbagliando tutto, il vostro è un lavoro difficile, ma penso che la legge vada
    interpretata seguendo una linea logica e in alcuni casi deve essere remissiva nei confronti di
    persone che, non sono nate ladre ma ci sono arrivate anche per colpa della politica che guida
    il nostro paese.
    Due mesi di galera per aver rubato 700 euro ?
    Quanti anni per i ladroni della politica ?
    Cordialmente.

    Marco.

  2. Buongiorno.
    Scusate non avevo letto quello che il tribunale ha detto: pugno di ferro con i ladri.
    Vorrei ricordare a gli aretini che, Siena non è molto distante da voi e per quanto riguarda lo
    scandalo del MPS, seguirò la vicenda anche se, giornali e televisioni fanno scena muta e sembra
    che tutto sia finito in una bolla di sapone.
    Mi piacerebbe conoscere la decisione del tribunale di Arezzo, riguardo a questa vicenda che, ha
    portato nomi eccellenti alla ribalta di una colossale truffa di centinaia di milioni di euro.
    Scusate, cosa fanno in giro i responsabili materiali e tutti i portaborse ?
    Dimenticavo, sono tutti infermi di mente e casualmente non punibili.
    Giudicare con la logica presunzione di essere nel giusto.
    Dio salvi l’Italia da una catastrofe giuridica.
    Cordialmente.

    Marco.

  3. condivido il ragionamento di marco, perche’la disperazione a volte si fanno cose che non si dovrebbero fare, è pur vero che rubare non è giustificabile ma dato che la buona sammaritana
    la perdonata LA SIGNORA GIUDICE poteva scrivere nulla a procedere
    cordialmente.

  4. Chi ruba una mela va in galera, chi ruba miliardi ci paga gli avvocati. Alla fine restano col c.. per terra entrambi. Signori miei, questa è giustizia!

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