E’ morto il Solista del mitra Luciano Lutring Rapinatore dal cuore d’oro, seppe riscattarsi

Luciano Lutring scherza con le catene ai polsi e alle mani

NEGLI ANNI 50 ERA CONSIDERATO IL PERICOLO PUBBLICO NUMERO UNO
E’ morto un galantuomo. E’ morto un amico. Luciano Lutring era una persona perbene, nonostante avesse sbagliato tanto. Aveva vissuto pericolosamente i primi anni della sua vita, facendo il rapinatore di banche, pagando duramente – e giustamente!  – i suoi errori. Con tanto carcere, con la condanna a morte mediante ghigliottina (poi sospesa) in Francia, dopo una serie di colpi in banca e l’arresto seguito a una fuga rocambolesca.
Ma Luciano Lutring era uno di quei criminali dal cuore d’oro che aveva saputo trarre esempio dai suoi errori. E dopo un lunghissimo periodo di carcere ha saputo ripartire, a testa alta. Unico uomo al mondo ad essere graziato da due Capi di Stato diversi,  Charles Pompidou in Francia e Giovanni Leone in Italia, dopo la sua scarcerazione, divenne una persona integerrima

Luciano Lutring ai tempi dei processi per le sue rapine rocambolesche

Si occupava delle sue amate figlie, le gemelle Natasha e Katiusha, si occupava dei suoi quadri che gli diedero la possibilità di vivere onestamente e che gli valsero la grazia per meriti artistici.
E di quel periodo, fatto di rapine, rimaneva solo un pallido ricordo. Anche perché Luciano non era un violento.

Entrava nelle banche armi in pugno, è vero, ma senza mai torcere un capello alle sue vittime.  E così è diventato un mito, non tanto per ciò che di brutto aveva fatto, ma per il modo in cui aveva saputo riscattarsi da quella vita da criminale. Di più: era la personificazione della capacità di riscatto da parte di chi sbaglia. Lutring era un esempio. Lutring è un esempio. Che porto nel cuore.  

Una volta, passeggiando per le vie di Milano, passammo davanti a una banca… lo vidi pensieroso e gli chiesi come mai. Mi rispose, sospirando: “Dutùr, lo sa che esistono quelle società che esaudiscono i desideri della gente…. Io ne ho uno che mi piacerebbe realizzare: mi piacerebbe entrare ancora una volta in banca con il mitra e poi dare una sventagliata di colpi al soffitto… Avrò fatto duecento rapine, non ho mai sparato neanche un colpo… ” Questo era Luciano Lutring, un uomo che sapeva anche ironizzare su un passato di cui vergognarsi.

Si può parlare così di un uomo che ha fatto parte della mala, che per tanti anni ha seminato il terrore? Certamente, si può. Ma solamente se quello stesso uomo ha dimostrato che si può cambiare, che si può tornare ad essere persone oneste. Come ha fatto lui. Lutring sarebbe l’orgoglio di Cesare Beccaria. Ne conservo, quindi, un ricordo affettuoso. Periodicamente ci sentivamo al telefono. Ultimamente l’avevo sentito sempre più sofferente.  Lui, così simpatico, sempre con la battuta pronta, non aveva perso il gusto di ridere e di far ridere, neanche negli ultimi tempi.  Questa notte la chiamata di sua figlia: “Mio padre ci ha lasciati”. Già, ci ha lasciati. Ha lasciato anche me. Ciao, Luciano, non ti dimenticherò.

Enrico Fedocci

LEGGI L’ULTIMA INTERVISTA FATTA A LUCIANO LUTRING: “IL SOGNO DELL’EX BANDITO: RAPINARE UNA BANCA E FUGGIRE SPARANDO” 

10 risposte a “E’ morto il Solista del mitra Luciano Lutring Rapinatore dal cuore d’oro, seppe riscattarsi

  1. Non si può definire galantuomo un rapinatore seriale. Ha pagato i suoi errori, ma eviti di farlo santo subito per rispetto verso le persone che hanno vissuto la loro vita in modo integerrimo dall’inizio alla fine.

    • ASSOLUTAMENTE SI UN PERSONAGGIO CI UNA MILANO CHE PURTROPPO NON C’È PIU!
      NON SO PERCHÉ ME LO IMMAGINO ACCOMPAGNATO DA UN PEZZO DI FRED BUSCAGLIONE
      CON IL NOSTRO IN.QUALCHE TRANI SUI NAVIGLI CIAO LUCIANO

  2. Non posso che essere d’accordo con te, Enrico: ho incontrato più volte Luciano, in questi anni, durante presentazioni reciproche. Nonostante i mille e mille errori, che ha sempre ammesso, è stato un esempio. E sempre lo sarà.

  3. Buongiorno.
    Capisco che noi Italiani, siamo un popolo di ipocriti ma, consacrare un personaggio come Luciano persona perbene, mi sembra azzardato.
    Sono nato nel 1958 e all’età di dieci anni, mio padre mi raccontò delle imprese portate a
    termine dalla banda di via Osoppo, capitanata da Luciano Lutring.
    Essere una persona perbene significa rispettare il prossimo e rispettare le regole è vero
    che durante le rapine effettuate, nessuno ci ha lasciato la pelle, ma è ragionevolmente vero
    che le persone perbene, non vanno a rapinare le banche.
    L’unica cosa che ammiro di Luciano è il fatto che si è pentito per quello che ha fatto e questa
    è sicuramente una buona cosa.
    Per quelli che credono in una giustizia divina, il caro Luciano avrà modo di essere giudicato
    per il comportamento tenuto sulla terra.
    Vorrei capire come si giudica una persona che per tutta la sua vita si comporta in modo onesto
    e esemplare, un cog…….!!!!!

    Marco.

    • Arrivo in forte ritardo e credo quindi che nessuno leggerà la mia risposta a Marco. Io comunque la pubblico: on ne sait jamais!
      Marco – scrivere caro Marco sarebbe ipocrisia perché le persone come te non possono essermi care neppure per quel che vale la consuetudine epistolare – ipocrita ed ignorante è decisamente un brutto mix: ignorante perché abbini Luciano Lutring, non a caso conosciuto come il solista del mitra, alla banda che portò a segno la rapina di via Osoppo, ipocrita perché puoi stare sicuro che gran parte di quelle – che consideri persone perbene perché non vanno a rapinare banche – non lo fanno esclusivamente perché non ne hanno il coraggio. Ed infatti è ben nota la simpatia con cui alcuni “criminali” sono stati seguiti dall’opinione pubblica, giornalisti compresi. Basta pensare ad esempio ad un altro bandito gentiluomo, Horst Fantazzini, che spero non vorrai associare alla banda Cavallero,di cui peraltro faceva parte una grande persona come Sante Notarnicola…. Tra l’altro, dovresti domandare come mai la Costituzione sostiene la funzione rieducativa della pena: è chiaramente ipocrisia viste le condizioni in cui versano le patrie galere e l’assoluto disinteresse per quello che può essere il dopo carcere per tantissimi uomini, e tante donne, che all’uscita non hanno qualcuno a sostenerli….

  4. Quando il papà di Luciano, aveva il bar latteria in Via Novara di fronte alla villetta dei miei gnitori io ero bambino ma mi ricordo quando veniva a portare le bombole del gas. Dopo anni quando è uscito dal carcere noi diventati grandi lo scorazzavamo con la sua auto aiutandolo nelle sue giornate e i suoi impegni,perchè non possedeva più la patente, ce ne ha raccontato della sua vita ciao Luciano

  5. È vero, era proprio una brava persona per bene! Meglio di tanti altri che hanno una doppia faccia, lui no. Lui era uno vero, in tutto e per tutto. Io, oltre a conoscerlo tanti anni fa, ebbi anche il piacere e l’onore di averlo come autista il giorno del mio matrimonio con la sua bellissima Cadillac Seville Coupe nel lontano 1979. Ciao Luciano, riposa in pace.

Rispondi a Paolo Franchini, Varese Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *