Profanata la tomba di Bent Parodi di Belsito Trafugato un libro appartenuto al giornalista

Nella foto Bent Parodi di Belsito

Sono entrati nella cappelletta in cui è sepolto Bent Parodi di Belsito e hanno rubato un prezioso libro costudito in una teca di cristallo. E’ accaduto a Capo d’Orlando, nel cimitero in cui il grande giornalista, già presidente dell’Ordine di Sicilia e della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, è stato sepolto nel 2009.

Chi è stato? E perché profanare il sepolcro? Sul fatto stanno indagando gli agenti del Commissariato di Capo d’Orlando. Il libro, intitolato   “Trattato di Storia delle religioni”,  era appartenuto a Parodi ed era stato collocato su un piano di marmo del piccolo altare all’interno della struttura. A presentare denuncia Carmelo Romeo, presidente della Fondazione famiglia Piccolo.
L’episodio ha suscitato grande clamore proprio per la figura di Bent Parodi, un uomo di altissimo livello, grande umanità e cultura.
Enrico Fedocci

CHI ERA BENT PARODI (Da Wikipedia)

Il padre era un nobile, di origini siciliane, mentre la madre era danese. Il giovane Parodi crebbe in Sicilia, in un ambiente familiare particolarmente stimolante, frequentato dallo stesso Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che nel 1957 a 14 anni, lo esorterà a non mollare, raccomandandogli impegno e tenacia negli studi; e della moglie di questi,Alexandra Wolff Stomersee, studiosa di Psicanalisi, che lo stimolerà verso la ricerca nel campo filosofico e religioso e che lo accoglierà nel suo circolo culturale a palazzo Lampedusa.
Tra le figure che lo circondano, grande importanza ebbe quella di Raniero Alliata di Pietratagliata, al quale lo legò fin dall’infanzia, una lunga amicizia, fondata su comuni interessi di ricerca e di pensiero. Anche i fratelli Piccolo, il poeta Lucio Piccolo e il pittore Casimiro, raffinati intellettuali che accoglievano nella loro casa a Capo d’Orlando le più importanti figure della cultura italiana di passaggio in Sicilia, furono per lui un costante riferimento, tanto da assumere in seguito la direzione della Fondazione a loro dedicata.
Da sempre innamorato della Sicilia e dei suoi miti solari, amore trasmessogli sin dall’infanzia dalla nonna, la nobildonna siciliana Elisabetta Valguarnera Niscemi, con la quale cresce e dalla quale eredita la passione verso la cultura egizia; inoltre, in quanto discendente dei Valguarnera, si riteneva un aristocratico siciliano a tutti gli effetti. Bent affermò in più di una occasione di considerare di pari importanza, per la sua formazione, sia la cultura contadina quanto quella aristocratica.

È morto a Palermo il 16 dicembre 2009, all’età di 66 anni. Il 28 aprile 2013 è stata profanata, da ignoti, la sua tomba, situata nella cappella della Famiglia Piccolo presso il cimitero di Capo d’Orlando . È stata trafugata una teca di cristallo, posta su un piccolo altare, con all’interno un volume, di nessun valore economico ma di un grande valore affettivo, intitolato: “Trattato di Storia delle religioni”. Bent Parodi aveva espresso in vita il desiderio di non separarsi da questo volume nemmeno dopo la morte. Oltre a questo libro ne è stato trafugato un altro, sempre custodito dentro la cappella. Il commissariato di Polizia locale ha iniziato una indagine.

Intellettuale di formazione filosofica, si è a lungo dedicato allo studio delle religioni, indirizzando i suoi interessi nell’area del Mito e della Iniziazione e dimensione iniziatica. Come esperto di Storia comparata della Religione dell’esoterismo, ha al suo attivo decine di pubblicazioni sulle tradizioni dell’antico Egitto, della Sicilia pre-cristiana, e sui culti solari Paganesimo.

Fu giornalista attento e appassionato, ed è stato per anni responsabile dei servizi speciali del Giornale di Sicilia e poi delle pagine culturali. Dal 1998 è stato Presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia.

Esponente di primo piano della Massoneria di Palazzo Giustiniani, ha ricoperto fino a poche settimane prima della scomparsa la carica di Grande Oratore Aggiunto. Negli ultimi anni fu attivamente impegnato in qualità di presidente della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella e dell’Associazione “Alessandro Tasca di Cutò” di Palermo.