Biglietti treno falsi per tratta Roma-Fiumicino La GdF di Livorno smantella traffico cinese

Due milioni di biglietti ferroviari falsificati. Li ha sequestrati la Guardia di Finanza di Livorno, durante un servizio di controllo all’interno del porto toscano. Arrivavano dalla Cina ed erano stipati all’interno di un container. Le Fiamme Gialle si sono insospettite durante una verifica con apparecchiature scanner. Biglietti per la tratta Roma Fiumicino coperta dal treno Leonardo Express in vendita a 14 euro l’uno e che avrebbero fruttato all’organizzazione criminale oltre 28 milioni di euro.

Gli uomini della Guardia di Finanza, una volta verificato il contenuto del container, lo hanno nuovamente sigillato, in attesa che qualcuno si presentasse per ritirarne il contenuto. Nel frattempo gli investigatori hanno ricostruito tutti i movimenti della società destinataria della merce.

Si tratta di una ditta con sede a Sesto Fiorentino. All’interno dell’azienda, durante una perquisizione, sono state trovate prove definite dagli investigatori “incontrovertibili”. La persona a cui era intestata la ditta è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria.  Le indagini, comunque, vanno avanti. Possibili ulteriori sviluppi dell’inchiesta nei prossimi giorni sul traffico Cina Italia di merce contraffatta.

Rapinatori mascherati in azione a Milano Fuggiti con un bottino da 60mila euro

 Rapina in gioielleria in pieno centro a Milano. Due uomini col volto coperto da maschere di carnevale e armati di pistola sono entrati nella gioielleria ‘Blue spirits’ in corso Buenos Aires 58, portando via preziosi per 50-60mila euro.
Una dipendente di 28 anni ha raccontato alla polizia di essere stata avvicinata dai rapinatori poco prima dell’apertura del negozio.

Quindi è stata minacciata con una pistola, spinta all’interno e costretta ad aprire la cassaforte. I banditi sono poi scappati in sella a uno scooter. La donna ha detto che i rapinatori, probabilmente sui 30 anni, indossavano una maschera di colore rosa con un nastro adesivo applicato sulla fessura della bocca per camuffare la voce.

Entra in banca e prende in ostaggio 6 persone Rapina sventata dai carabinieri di Legnano

Marco Bisazza, l'uomo arrestato dai carabinieri di Legnano

Pistola in pugno, a volto scoperto, è entrato in una banca di Legnano, poi ha immobilizzato il direttore della filiale della “Commercio e Industria” e i dipendenti con delle fascette per i cavi elettrici, in attesa che la cassaforte temporizzata si aprisse: 35 minuti di terrore per gli ostaggi. Freddo, determinato, pronto a tutto, pur di portare a compimento la rapina ha puntato una calibro 37 alla tempia del direttore. Ma l’uomo è stato notato da un passante che ha avvisato i carabinieri della Compagnia di Legnano.
Pochi minuti e le pattuglie del Nucleo Radiomobile sono intervenute, circondando la banca e facendo irruzione grazie a un dipendente che, nel frattempo, aveva sbloccato la porta di accesso alla filiale, salvando così gli ostaggi ed arrestando il bandito.
I carabinieri della Compagnia di Legnano, coordinati dal capitano Michela Pagliara, hanno poi accertato che il criminale, Marco Bisazza, 36 anni, pregiudicato di Messina, era specializzato nelle rapine agli istituti di credito e, dopo averlo interrogato, lo hanno portato in carcere.  Per i dipendenti della banca un grande spavento, ma nessun ferito grazie all’intervento tempestivo dei militari di Legnano. L’accusa per l’uomo è di tentata rapina aggravata, sequestro di persona e porto illegale d’arma da fuoco.

Rapinatori armati assaltano una banca Carabinieri di Rho arrestano i banditi

I carabinieri della Compagnia di Rho intervengono e arrestano i malviventi

GUARDA NEL FILMATO LE IMMAGINI DELL’ARRESTO

Armati e pronti a tutto pur di portare a casa il bottino. Tre rapinatori hanno assaltato una banca di Novate Milanese, e sono stati arrestati dai carabinieri intervenuti dopo pochi minuti. I malviventi, una volta entrati nell’istituto di credito, hanno preso in ostaggio 10 persone, tra clienti e dipendenti. E’ stato il direttore della banca, un ex carabiniere ausiliario,  a lanciare l’allarme dal suo ufficio vedendo in uno schermo le immagini dei banditi in azione e sentendo le urla.

Dopo poco un equipaggio della stazione di Novate Milanese, in servizio antirapina, è intervenuto e i militari si sono avvicinati alla banca. Uno dei tre rapinatori, vedendo i carabinieri, ha finto di essere un cliente che usciva dalla banca “C’è una rapina, aiutateci”, ma i carabinieri hanno capito subito che si trattava di un bluff e l’hanno arrestato.

Poi i carabinieri della Compagnia di Rho, agli ordini del capitano Luca Necci, sono entrati in banca pistole in pugno e hanno disarmato gli altri due rapinatori. Ora si cerca un quarto componente, il “palo”, che appena ha visto la pattuglia arrivare è fuggito.

Enrico Fedocci

Sfonda posto di blocco e denuncia furto auto 27enne scappa per non fare test anti-alcol

DEFERITO ALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA PER RESISTENZA E SIMULAZIONE, MA PATENTE SALVA

Quando ha visto la paletta dei carabinieri che gli intimava l’alt ha pensato che forse poteva cavarsela fuggendo. E così, un ragazzo di 27 anni di Verona non ha fatto altro che premere sull’acceleratore e scappare. Alcuni chilometri di inseguimento, poi, il ragazzo, approfittando di un vantaggio di qualche centinaio di metri ha abbandonato l’auto ed è fuggito a piedi in mezzo ai campi. Ma l’errore più grande è stato quello di andare poco dopo in una caserma dei carabinieri per denunciare il furto dell’auto.

Un racconto pieno di contraddizioni e poi il giovane è crollato davanti alle domande sempre più precise dei militari della Compagnia di Verona, coordinati dal capitano Pasquale D’Antonio, e ha confessato di avere inventato la bugia del furto su suggerimento della madre. Era stata lei, infatti,  via sms, a dirgli: “Denuncia il furto della giacca e spiega che le chiavi dell’auto erano lì dentro”. Un messaggio che, forse in vena di alleggerire la coscienza, lo stesso giovane ha mostrato ai carabinieri dopo avere raccontato come erano andate realmente le cose.

A questo punto ci sono da capire solo le ragioni della fuga. L’ipotesi più plausibile è che il 27enne sia fuggito proprio per non sottoporsi alla verifica dei carabinieri. Il tempo passato tra la fuga e l’arrivo in caserma per la finta denuncia, oltre alla procedura prevista in questi casi, non hanno consentito ai carabinieri di verificare successivamente se il giovane aveva bevuto. La patente, quindi, non gli è stata ritirata, ma è stato denunciato per resistenza e per simulazione di reato.

Enrico Fedocci

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Anziana indigente ruba pacchetto di caramelle La polizia le evita la denuncia e gliele paga

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E’ uscita dal supermercato senza pagare un pacchetto di caramelle, delle Tic Tac. 78 centesimi di euro che un’anziana signora proprio non aveva. E così, la 76 enne è passata alla cassa sperando di farla franca, ma dopo pochi passi è stata fermata dal direttore del supermercato che ha chiamato la polizia. Quando gli agenti si sono trovati davanti a quella vecchina indifesa che si scusava e diceva piangendo “non avevo i soldi, scusate, non avevo i soldi per pagare le mentine” si sono resi subito conto della situazione e hanno cercato di far ragionare Valerio, lo zelante direttore del supermercato Pam di via Archimede in pieno centro di Milano, trovando poi una soluzione: sono stati gli stessi poliziotti, Arturo Scongiu e Francesco Console, ad offrirsi di pagare le caramelle alla signora, che quindi non è stata denunciata dal supermercato. Continua a leggere

Anziani malati abbandonati a se stessi Sequestrata casa di riposo nel Casertano

Nella foto la struttura per anziani sequestrata

Abbandonati a se stessi, in una struttura non adeguata. Avevano bisogno di assistenza continua, ma nessuno si occupava di loro in maniera professionale. Per questo una struttura residenziale per anziani è stata sequestrata a Falciano del Massico, in provincia di Caserta, e la titolare del centro, chiamato “Villa Wojtyla”, denunciata per abbandono di persone incapaci. Un normale controllo, quello degli uomini della Compagnia di Mondragone, guidati dal capitano Lorenzo Iacobone, eseguito con il supporto dei colleghi del Nas che però ha svelato gravi carenze.
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Ricatto hard per gli amanti di una pornostar Due persone a giudizio per tentata estorsione

La pornostar Lea Di Leo

Una trentina i nomi famosi, tra attori, cantanti, calciatori, un regista e altri personaggi del mondo televisivo, un ex vice ministro e persino un vescovo. Tutti ricattati. Di loro  si parlava come clienti, o conoscenti, nella bozza di un libro, che poi non è stato stampato e scritto da una pornostar.

Il giudice delle udienze preliminari, Annalisa Amato ha rinviato a giudizio, per tentata estorsione a personaggi famosi, Giuseppe Aleci, 36 anni, di Marsala, presidente e direttore commerciale della ”Imart Edizioni”, e Gaspare Richichi, 28 anni, di Bagheria (PA) direttore editoriale della stessa casa editrice. La prima udienza del processo, davanti al Tribunale di Marsala, è stata fissata per il 6 novembre prossimo. Aleci e Richichi sono accusati di aver tentato di estorcere denaro ad alcuni vip del mondo dello sport e dello spettacolo che sarebbero stati clienti o conoscenti della pornostar Lea Di Leo (vero nome Sonia Faccio).

A loro sarebbero state chieste somme di denaro, da 10 a 40 mila euro, per depennare i loro nomi e gli imbarazzanti particolari dei rapporti sessuali dal libro autobiografico scritto dalla pornodiva Di Leo che la ”Imart” avrebbe dovuto stampare. A bloccare il progetto editoriale furono gli sviluppi dell’iniziativa intrapresa da Aleci, che ad insaputa dell’autrice, secondo l’accusa, avrebbe iniziato a ricattare alcuni dei personaggi citati nel testo. A far scoppiare il caso, il 16 marzo 2011, fu il programma di Italia 1 ”Le Iene”, che alla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, diretta da Alberto Di Pisa, diede l’input per l’indagine. Tra le persone che sarebbero state ricattate, un regista di Mediaset, Giorgio John Squarcia (”Scherzi a parte”), l’attore Matteo Branciamore (”I Cesaroni”), il rugbista Denis Dallan (Isola dei Famosi) e i calciatori Reginaldo, Fabio Galante e Francesco Battaglia. Tra gli altri personaggi citati nel testi, anche i calciatori Luca Toni, Marco Borriello e Pippo Inzaghi, nonchè i cantanti Fabri Fibra e Gianluca Grignani.

Fano, rapina una banca con una finta bomba seminando il panico tra i dipendenti e i clienti

Un artificiere dei carabinieri al lavoro nell'immagine di FANO TV

E’ entrato in banca e ha minacciato di far saltare tutto in aria se non gli avessero consegnato l’incasso. E’ accaduto a Fano, nelle Marche, dove un uomo ha seminato il panico tra dipendenti e clienti di un istituto di credito. L’uomo, che era a volto scoperto, ha poi afferrato il denaro ed è fuggito e, proprio per non farsi inseguire, ha lasciato lì il pacco con cui minacciava i presenti. Pochi minuti e i carabinieri della città marchigiana sono intervenuti, utilizzando gli artificieri e un robottino.

Il robot dei carabinieri in una immagine di FANO TV

La zona è stata transennata per un raggio di 500 metri, poi gli uomini dell’Arma sono riusciti a capire che si trattava di un finto ordigno composto di metallo, scotch e fili elettrici. Il sospettato, intanto, è riuscito a fuggire con 3mila euro dirigendosi verso la zona della spiaggia Lido della cittadina. Ora i carabinieri della Compagnia di Fano, agli ordini del capitano Giovanni Cosimo Petese stanno indagando per dare un nome all’uomo, accusato di rapina aggravata e di procurato allarme.

Enrico Fedocci

IL SERVIZIO DI FANO TV 

Romeno minaccia di uccidere l’ex moglie 37enne arrestato dai carabinieri di Verona

La pedinava, le telefonava, la tormentava. Spesso anche da ubriaco. Un uomo di 39 anni, di origine romena, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Verona, coordinati dal capitano Pasquale D’Antonio, per maltrattamenti in famiglia. Non si rassegnava alla fine della sua relazione con la donna da cui aveva avuto una bambina che ora ha sei anni. Liti furibonde, aggressioni fisiche anche davanti alla piccola, a tal punto che la bimba è stata affidata ai servizi sociali. A nulla è servito un provvedimento del GIP di Verona che vietava al 39enne di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla ex compagna. L’uomo è arrivato a minacciare di morte la donna, precisando che, subito dopo averla uccisa, si sarebbe tolto la vita. La vittima in un profondo stato di ansia e terrorizzata a tal punto da non uscire più di casa si è rivolta ai carabinieri che su ordine del Tribunale di Verona hanno arrestato l’uomo.

Enrico Fedocci