Viterbo, anabolizzanti, usura e prostituzione Quaranta persone finiscono in manette

Droga, anabolizzanti, usura e prostituzione. Era un’attività a tutta campo quella dell’organizzazione sgominata dai carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo, guidati dal colonnello Gianluca Dell’Agnello. Quaranta le persone arrestate, 30 in carcere e 10 ai domiciliari, in quattro regioni e 112 perquisizioni compiute, tre delle quali in palestre. Questo il bilancio dell’operazione ‘Dragò, compiuta con l’ausilio anche dei militari delle compagnie di Roma, Terni, Perugia, Cremona e di due unità cinofile: smantellato un sodalizio criminale che spaziava dallo spaccio della droga al traffico di anabolizzanti; dallo sfruttamento della prostituzione all’usura; dall’estorsione alle rapine. Tra i reati contestati ci sono anche sequestro di persona e violenza sessuale.

“E’ la più vasta operazione contro la criminalità mai condotta a Viterbo, che ha visto impegnati 400 carabinieri” ha spiegato in una conferenza stampa il colonnello Dell’Agnello. Ad innescare le indagini, che si sono poi dipanate in mille rivoli, era stato, nel gennaio 2011, un attentato intimidatorio avvenuto a Soriano nel Cimino, paese in cui sono state arrestate ben 25 persone. L’auto di due fratelli, entrambi pregiudicati, fu crivellata da colpi di pistola. Autore dell’intimidazione, come scoprirono poco dopo i carabinieri, era un romeno conosciuto negli ambienti malavitosi come Dragos – da qui il nome dell’operazione – che voleva così far desistere i due fratelli dal chiedergli di saldare il pagamento di una partita di cocaina. Le indagini sull’episodio si conclusero con 5 arresti e 7 denunce. Ma, soprattutto, il comandante della stazione di Soriano nel Cimino, maresciallo Paolo Lo Nero, raccolse numerosi elementi circa l’esistenza di un’organizzazione ben più vasta. Si aprirono così  vari canali d’indagini che hanno portato alla scoperchiare una rete di attività criminali ramificata in varie province: Terni, Perugia, Cremona, Piacenza, in cui erano coinvolti anche 13 tra albanesi e romeni, tra i quali 3 donne.

La principale attività era lo spaccio di droga, in primo luogo cocaina, in pub, discoteche e bar della Tuscia e del Ternano. A finanziare l’acquisto degli stupefacenti dai ‘grossisti’ era i due fratelli di Soriano nel Cimino, che poi la facevano spacciare al dettaglio da una fitta rete di pusher. Traffico che finanziavano con i proventi di altre attività illecite: l’usura, il racket, il traffico di anabolizzanti e testosterone, che piazzavano tramite i frequentatori di tre palestre di Viterbo, Vallerano e Soriano nel Cimino. ”Ad usare gli anabolizzanti – hanno spiegato i carabinieri – erano per primi loro stessi, per dimostrare l’effetto che avevano sull’accrescimento della muscolatura”. Ma per procurarsi il denaro, l’organizzazione si dedicava anche ai furti nei negozi e nei cantieri edili. Tra l’altro, è emerso che i due fratelli avevano prestato una somma a un albergatore di Narni (Terni) in difficoltà, pretendendo un tasso d’interessi del 10% mensili. Uno dei due, fratelli insieme con la fidanzata, è accusato di aver costretto una ragazza romena a prostituirsi e a consegnare loro tutti gli incassi. Quando la giovane si ribellò, l’uomo la picchiò e la violentò alla presenza della fidanzata. Raccolti gli elementi di prova, il pm Stefano D’Arma ha chiesto al Gip Franca Marinelli l’emissione delle 40 ordinanze di custodia cautelare.

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