Viterbo, anabolizzanti, usura e prostituzione Quaranta persone finiscono in manette

Droga, anabolizzanti, usura e prostituzione. Era un’attività a tutta campo quella dell’organizzazione sgominata dai carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo, guidati dal colonnello Gianluca Dell’Agnello. Quaranta le persone arrestate, 30 in carcere e 10 ai domiciliari, in quattro regioni e 112 perquisizioni compiute, tre delle quali in palestre. Questo il bilancio dell’operazione ‘Dragò, compiuta con l’ausilio anche dei militari delle compagnie di Roma, Terni, Perugia, Cremona e di due unità cinofile: smantellato un sodalizio criminale che spaziava dallo spaccio della droga al traffico di anabolizzanti; dallo sfruttamento della prostituzione all’usura; dall’estorsione alle rapine. Tra i reati contestati ci sono anche sequestro di persona e violenza sessuale. Continua a leggere

Identificato il cadavere trovato a Taggia Carabinieri Sanremo continuano ad indagare

Una foto di Sergio Lanzarotti

E’ stato riconosciuto formalmente dalla sua famiglia. Si chiamava Sergio Lanzarotti e aveva 37 anni l’uomo trovato senza vita nelle acque del torrente Argentina. Il giallo del corpo rinvenuto il 27 aprile scorso a Taggia, in provincia di Imperia, però, resta insoluto. Non si capisce come il giovane sia morto. Se per caduta accidentale, per suicidio o per omicidio. Tutte le ipotesi restano aperte. I punti fermi degli investigatori sono quelli fissati dalla perizia medico legale secondo cui Lanzarotti sarebbe precipitato da un’altezza di 10 metri morendo sul colpo. Ma l’anatomopatologo, Francesco Traditi, ha anche rilevato una seconda frattura, post mortem, che il 37 enne – ovviamente – non può essersi procurato da solo. Che cosa è accaduto, quindi?

La famiglia del giovane, residente a Torino, non è riuscita a dare una spiegazione. Nessuna denuncia di scomparsa, anche perché la vittima si allontanava spesso e volentieri da casa senza giustificare le sue assenze. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Sanremo, coordinati dal capitano Gerardina Corona (nella foto), sono giunte ad una svolta grazie ad

Una seconda foto di Sergio Lanzarotti, l’uomo trovato senza vita

un appuntato della stazione di Badalucco che, guardando la foto del cadavere, si è ricordato di avere fermato e controllato Lanzarotti qualche giorno prima del ritrovamento del corpo.

Una memoria fotografica che ha dato un importante impulso all’indagine, grazie a un continuo e capillare controllo del territorio da parte dei carabinieri. Dal foglio di servizio, che riportava i dati identificativi di quel ragazzo, trovato a vagare senza meta nella zona di Badalucco, gli investigatori sono arrivati alla famiglia del giovane. Le analisi di confronto delle impronte digitali, dell’arcata dentale e del dna hanno fatto il resto. Ora l’indagine va avanti: si deve capire perché Sergio Lanzarotti è morto.

Enrico Fedocci 

CADAVERE SENZA NOME TROVATO IN UN TORRENTE A TAGGIA

 

93enne sventa rapina nella sua gioielleria Banditi in fuga arrestati dai carabinieri

Stava festeggiando il compleanno. Il suo 93esimo compleanno.  Mentre si trovava all’interno della sua gioielleria è stato assalito da due banditi: un uomo e una donna, di circa 30 anni. Un coltello alla gola, le urla, ma l’anziano, non si è lasciato spaventare e, divincolandosi, ha afferrato il braccio del rapinatore. Ne è è nata una colluttazione in cui la peggio, però,  l’hanno avuta i due criminali. La donna è rimasta ferita, l’uomo l’ha aiutata ad andarsene per fuggire. Il gioielliere, Ernesto Accorsi, detto il Moro, ha subito chiamato il 112 e ha descritto minuziosamente i due rapinatori in fuga che  sono stati intercettati e prontamente arrestati dai carabinieri della compagnia di Pontremoli, dopo un inseguimento a piedi ai giardini pubblici.

La donna, che era ferita ad un braccio è stata trasportata in ospedale. Curato al pronto soccorso anche il gioielliere per un lieve malore. I rapinatori sono stati portati in caserma ad Aulla per l’interrogatorio. Nella rapina non erano riusciti a portare via nulla.
Enrico Fedocci

Imprenditore in difficoltà assalta gioielleria: “Ero disperato, ho fatto una sciocchezza”

“Ero disperato, non sapevo che fare. Ho fatto una sciocchezza”. Giuseppe Riggio, l’imprenditore edile che sabato ha assaltato una gioielleria nei pressi di casa propria, a Rivarolo, è crollato di fronte al pm Federico Manotti che, nel primo pomeriggio, lo ha interrogato nel reparto detenuti dell’ospedale San Martino di Genova dove l’uomo è ricoverato.

Riggio era armato di una pistola Beretta 7,65 di sua proprietà che era scarica. Il gioielliere, Sandro Carossino, 57 anni, lo ha disarmato e dopo una collutazione ha preso la sua pistola e ha ferito al torace il rapinatore. Continua a leggere

La banda del buco colpisce ancora in Versilia Messo a segno un colpo da 100mila euro

Hanno atteso l’arrivo del direttore e degli impiegati dopo essere entrati nell’istituto di credito attraverso un buco scavato nella notte. Rapina alla filiale della Cassa di Risparmio di Carrara a Lido di Camaiore (Lucca). Due banditi armati di pistola, poi risultate ‘giocattolo’, sono entrati in banca attraverso un buco realizzato nella notte nel muro esterno e hanno atteso il direttore e due impiegate: minacciandoli con le pistole si sono fatti aprire la cassaforte. Continua a leggere

Usava il figlio come copertura per spacciare Carabinieri di Mondragone lo arrestano

Alfredo Piscitello, l'uomo arrestato dai carabinieri di Mondragone

Lo avevano già fermato, gli avevano posto sotto sequestro l’auto perché senza assicurazione e poi lo avevano multato, togliendogli anche la patente. Ma lui, a cui il mezzo era stato affidato per il fermo amministrativo, non ci ha pensato due volte e per spacciare droga non ha esitato un attimo a rimettersi alla guida nuovamente sfrecciando incurante da una parte all’altra della provincia di Caserta. Ma i carabinieri non l’hanno perso di vista e così hanno aspettato il giovane, l’hanno seguito e poi bloccato, contestandogli la guida senza patente e l’utilizzo di una vettura sottoposta a fermo amministrativo.
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Insegue trans in auto, lo investe e lo rapina Firenze, 20enne arrestato dalla polizia

Per rapinare un trans lo ha inseguito con l’auto e lo ha investito lasciandolo a terra semicosciente. Poi l’aggressore, un ragazzo di 21 anni, è sceso dalla vettura, lo ha colpito con pugni al volto e gli ha rubato la borsa. E’ successo la notte scorsa intorno alle 4,30 nella zona di Novoli, a Firenze. La polizia ha rintracciato il ventenne in una strada adiacente e lo ha arrestato. La vittima, un quarantottenne peruviano che si prostituiva nella zona, ha riportato contusioni e fratture guaribili in 25 giorni. Continua a leggere

Volevano tappezzare il paese di foto hard gay Tre arrestati per estorsione a un ristoratore

Tre cittadini romeni sono stati arrestati dai carabinieri di Lazise (Verona) con l’accusa di estorsione. E’ una storia a sfondo sessuale quella che ha portato in carcere Marian Gidea, 27 anni, Doru Darius Iordache (30) e Mihaela Spiridon (23). I tre avrebbero ricattato un 57enne, titolare di un bed and breakfast nel comune lacustre, minacciando di tappezzare il paese con le foto hard durante i rapporti sessuali avuti con l’imprenditore. L’uomo, omosessuale, aveva contattato Gidea attraverso una chat gay ed il giovane romeno si era presentato a Lazise in compagnia di un amico. Continua a leggere

Anziano ucciso a Genova dopo rapina Arrestati due fratelli di origine romena

Due giovani romeni sono stati fermati nel pomeriggio di domenica dai carabinieri del Nucleo investigativo di Genova a Mestre, accusati dell’omicidio di Antonio Gragnani, l’anziano di 84 anni trovato morto lunedì nella sua abitazione di passo Ferradini, a Genova Marassi. Secondo quanto si apprende, gli interrogatori sono già iniziati e proseguiranno per tutta la notte.

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Picchiava moglie per avere un figlio maschio Pakistana salvata dai carabinieri di Castano

Voleva a tutti i costi un altro figlio maschio. Lui padre di cinque bimbi, tre femmine e due maschi, pretendeva che la moglie “pareggiasse i conti” e che ci fosse equilibrio tra i piccoli. E per questo la picchiava, la prendeva a cinghiate, le impediva di uscire di casa. E lì, la costringeva a continui rapporti sessuali per metterla incinta.
Un incubo per la donna, una pakistana di 28 anni che – dopo mesi di maltrattamenti – ha chiesto aiuto ai carabinieri della Stazione di Castano Primo, un comune vicino a Legnano per sapere cosa fare, come reagire. La donna aveva paura di denunciare quel marito violento, un 43enne della stessa nazionalità. Continua a leggere